Carlo Cottarelli fa chiarezza sulla spesa sanitaria: è stata ridotta o no?

- di: Redazione
 
In un articolo per l’Osservatorio Conti pubblici italiani, Carlo Cottarelli (economista, già alto dirigente del FMI, incaricato nel 2018 dal Presidente Mattarella di formare il Governo, poi Direttore dell’Osservatorio conti pubblici italiani e nel 2022-2023 parlamentare del Pd per 8 mesi prima di dimettersi) fa chiarezza sulla questione della spesa pubblica per la sanità, affermando che, “nella legge di bilancio per il 2024 le risorse per la sanità sono aumentate e il rapporto è previsto essere risalito al 6,3%. Si dovrebbe restare su questi livelli anche nel 2025, mentre i più consistenti finanziamenti previsti per il 2026-27 dovrebbero portare il rapporto al 6,4%”.

L’economista rileva che “resta questo un livello molto basso, direbbe probabilmente Schlein. Il che è vero: siamo a livelli inferiori di quelli dei grandi Paesi europei. Non ho qui dati recentissimi, ma nel 2022, secondo l’Ocse, la Francia stava al 10,1%, la Germania al 10,9% e il Regno Unito al 9,1%. Occorre però riconoscere che le cose non andavano benissimo neppure quando al governo c’era il Pd. Alla fine del quinquennio 2013-17, in cui il Pd è stato sempre a Palazzo Chigi, il rapporto tra spesa sanitaria e Pil era sceso dal 6,7% al 6,4%, restando a questo livello anche nel 2018, anno in cui comunque la legge di bilancio era stata approvata dal centrosinistra. Insomma, nel 2027, alla fine della legislatura, Meloni, dopo i tagli iniziali, avrebbe riportato la spesa sanitaria pubblica al livello a cui il Pd l’aveva lasciata dopo cinque anni di riduzione. Strane convergenze”.

Ancora, Cottarelli spiega: “La verità è che è facile dire che occorre aumentare la spesa sanitaria. Ma più difficile è dire dove si intendono prendere le risorse necessarie a farlo. Ad alzare le tasse non ci pensa nessuno. Tagliare altre spese si scontra con i vincoli che abbiamo di mantenere alti gli investimenti pubblici, di aumentare la spesa per la difesa, di evitare ulteriori compressioni nella spesa per l’istruzione. E nessun partito ha intenzione di stringere ulteriormente sulle pensioni. Ci vorrebbe un’attenta revisione della spesa per intervenire riducendo sprechi vari. Ma questo richiede tempo e coraggio politico. Inoltre, nessun principale partito è andato alle passate elezioni generali con un programma basato sulla revisione della spesa, temendo che gli elettori non lo avrebbe votato. E senza un mandato dal popolo è difficile portare avanti serie riforme della spesa. Trovare risorse per la sanità resta quindi un problema irrisolto”.
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