Una folle estate, tra successi sportivi e regole stracciate

- di: Diego Minuti
 
Quanta follia in questa caldissima estate, che pure ci ha regalato una valanga di soddisfazioni in campo sportivo che, in qualche modo, hanno aiutato la gente a sgombrare la mente da tanti brutti pensieri, sia pure per lo spazio di un partita di calcio o di una gara olimpica.
Si vedono cose troppo strane, per dirla come il replicante Roy Batty, di Blade Runner, che mai ci saremmo aspettati di guardare con gli occhi dei testimoni. Cose alle quali esseri umani dotati di raziocinio non dovrebbero essere costretti ad assistere. Perché sono un insulto al buonsenso le immagini di migliaia di ragazzi che, ammassati e senza indossare una mascherina, seguono in adorazione concerti di cantanti (cantanti?) di cui, confessiamo, non conoscevamo neanche l'esistenza e ai quali però è stata data l'opportunità di esibirsi in pubblico, in barba a precauzioni e ad appelli alla prudenza, scatenando peraltro l'ira di loro colleghi.

È stata la celebrazione dell'assurdo perché, come nel caso del concerto in Sardegna di tale Salmo, nessuno sembra ne sapesse ufficialmente qualcosa. Non sapeva niente l'Amministrazione comunale di Olbia, così come nulla sapevano Capitaneria di porto ed autorità portuale (il concerto si è tenuto su un molo). Insomma, pare di capire, nell'arco di pochi minuti, è stato montato un palco, così come sono state installate le apparecchiature, le luci, le transenne e tutto il resto. Ora, siccome anche gli uomini di fede guardano ai miracoli come a qualcosa di eccezionale, pare abbastanza strano che una qualche divinità abbia consentito agli organizzatori di questo concerto di fare tutto (anzi parecchio) senza che nessuno se ne avvedesse.

Quindi chi doveva vigilare - perché il controllo è tra le sue incombenze - era forse distratto e fa sorridere apprendere che la procura di Tempio Pausania abbia aperto un fascicolo contro ignoti, come se sul palco fosse salito uno sconosciuto, armato di chitarra e tamburello e non di impianti capaci di ''sparare'' decibel a tutto spiano. Bizantinismi della giustizia, che cozzano con il buonsenso, quello che avrebbe dovuto imporre ad un vigile urbano di passaggio di informare i suoi superiori di quel che stava accadendo. E, se non fosse stato lui, poteva essere un marinaio della Guardia costiera o un semplice impiegato dall'autorità portuale. Possibile che nessuno si sia accorto di nulla?

Sino a prova contraria, dobbiamo confidare nella buona fede, anche se, allora, siamo indotti a pensare che il molo dove il concerto è stato tenuto goda dell'extraterritorialità, con buona pace della legge.
Ma questa vicenda ha un'altra faccia, perché se per gli eventi artistici è stata scelta la linea del rigore, altrettanto lo si doveva fare per quelli sportivi. Ed invece pare proprio che così non sia. La normalità la si può raggiungere andando avanti con prudenza e con decisioni ragionevoli, che magari non prestino il fianco alle strumentalizzazioni politiche che invece si fanno, dando la possibilità a chi non ha visibilità alcuna di conquistarne un po'. Poco, ma pur sempre di più di quanto ne abbiano o ne meritino.
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