Consob: Società quotate, le famiglie restano gli azionisti di punta. Calo investitori istituzionali

- di: Redazione
 

La concentrazione proprietaria è rimasta elevata e stabile, con una quota media del primo azionista del 49% del capitale nel 2023, in linea con il 2021; la riduzione degli investitori istituzionali nell’azionariato rilevante, con le famiglie che restano il principale azionista di riferimento; la crescente attenzione per le tematiche ESG; rafforzamento della presenza femminile negli organi sociali delle società quotate, anche se il divario di genere nei ruoli apicali rimane particolarmente ampio.

Consob: Società quotate, le famiglie restano gli azionisti di punta. Calo investitori istituzionali

Sono alcuni degli elementi che emergono dal Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane.

Più in dettaglio, la concentrazione proprietaria del capitale nel 2023 ha visto quota media del primo azionista del 49%. Continua il calo della presenza di investitori istituzionali nell’azionariato rilevante (il 24,3% delle società nel 2023, il 25,5% nel 2021, il 29,4% nel 2019) e sono così le famiglie a restare il principale azionista di riferimento, controllando circa il 62% delle imprese quotate.

Tra i principali elementi che il Rapporto evidenzia la crescente attenzione per le tematiche ESG. Nel 2022 il 61% delle imprese esaminate (rappresentanti il 94,5% della capitalizzazione totale) ha istituito un comitato sostenibilità, in aumento rispetto al 53% del 2021.

Il Rapporto evidenzia anche un aumento della presenza femminile negli organi sociali delle società quotate, che nel 2023 è salita al 43,1% negli organi amministrativi (rispetto al 41,2% nel 2021 e al 7,4% nel 2011) e al 41,3% negli organi di controllo (in lieve aumento rispetto al 2021, mentre era solo il 6,5% nel 2011). Tuttavia, il divario di genere nei ruoli apicali rimane particolarmente ampio, sebbene il numero di incarichi di vertice affidati a donne sia in crescita. Nei Consigli di amministrazione, infatti, le donne ricoprono principalmente l’incarico di amministratore indipendente (75% dei casi) e solo raramente quelli di amministratore delegato (poco più del 2% dei casi per un totale di 20 società corrispondenti al 4,6% della capitalizzazione totale, rispetto a 16 nel 2021e 13 nel 2011) e di presidente o presidente onorario (circa il 4% dei casi per un totale di 31 società corrispondenti a circa il 13% della capitalizzazione totale, rispetto a 30 nel 2021 e 9 nel 2011).

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