Secondo i dati dell'Ufficio Studi di Confcommercio, il secondo trimestre del 2024 si chiuderà con dati macroeconomici tutt'altro che incoraggianti, ma con previsioni di un rialzo su base mensile del Pil (seppur minimo, +0,1%) spinto dai consumi (specialmente immatricolazioni di auto a privati per giugno), dal buon andamento congiunturale della produzione industriale a maggio (+0,5%) e da una valutazione favorevole delle presenze turistiche in Italia.
Resta ferma a +0,9% la previsione relativa al Pil a fine anno resta ferma a +0,9%.
Congiuntura Confcommercio: "Secondo trimestre in chiaroscuro per l'economia"
Nel giugno scorso l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è salito dello 0,9% rispetto allo stesso mese del 2023 per effetto del “boom” delle vendite di autovetture a privati, grazie all’avvio degli incentivi lungamente attesi. Una dinamica che ha determinato un significativo aumento della domanda per i beni (+1,1% nel confronto annuo), mentre ii servizi sono cresciuti dello 0,5%. Resta che i consumi, nel complesso, restano fragili, perché guardando al secondo trimestre nel suo complesso emerge una stagnazione che coinvolge sia i servizi sia i beni. Solo nei mesi finali del 2024 si potrebbe osservare un lieve miglioramento della domanda, grazie al possibile aumento del reddito disponibile reale.
In generale la tendenza è a un moderato rallentamento. Si passa, su base annua, dal +25,7% per le automobili al 12,7% per i trasporti aerei e al +7,7% per i beni e servizi per le comunicazioni (+7,7%). In positivo anche gli elettrodomestici (+2,1%), i servizi ricettivi (+1,2%) e l’energia elettrica (+0,9%). Segnali negativi continuano però ad arrivare dai consumi più tradizionali: beni alimentari e le bevande (-0,8%), abbigliamento e calzature (-1,2%) e mobili e articoli di arredamento (-1,4%).
Per il mese di luglio 2024 si stima un aumento dello 0,2% in termini congiunturali e una crescita dell’1% su base annua, con il proseguimento della tendenza al rientro dei prezzi dei beni alimentari, con una variazione su base annua stimata all’1,4%.
“La stabilizzazione dell’inflazione su valori in linea con quelli rilevati prima della ‘tempesta’ iniziata nel 2021 dovrebbe contribuire a consolidare i segnali di recupero del potere d’acquisto delle famiglie rilevati nel primo trimestre e spingere le stesse, dopo una prima fase in cui sono state ricostituite le riserve di risparmio, a migliorare la propensione al consumo”, sottolinea l’Ufficio Studi.