Confindustria: ripresa debole e sfide strutturali, tra calo industriale e resilienza dei servizi

- di: Barbara Leone
 
Il quadro economico italiano tratteggiato dalla Congiuntura Flash di Confindustria conferma una ripresa debole nel 2024. Nel terzo trimestre, il PIL si è fermato, frenato dal calo della produzione industriale, bilanciato solo parzialmente dalla crescita dei servizi. Le previsioni per il quarto trimestre suggeriscono una lieve ripresa, spinta soprattutto dal terziario e favorita dai tagli dei tassi d'interesse, che potrebbero sostenere consumi e investimenti. Tuttavia, l'export resta un punto dolente, penalizzato dalla fragilità dell'Eurozona e dall'incertezza globale.

Confindustria: ripresa debole e sfide strutturali, tra calo industriale e resilienza dei servizi

Le principali banche centrali stanno allentando la politica monetaria. A novembre, la Federal Reserve ha tagliato i tassi per la seconda volta (di 0,25 punti, portandoli al 4,75%), mentre la BCE ha effettuato tre riduzioni simili, portando il tasso europeo al 3,25%. Un ulteriore taglio è atteso per dicembre, con prospettive di ulteriori riduzioni nel 2025. Nel frattempo, l'inflazione nell'Eurozona si attesta al 2,0% a ottobre, in linea con l'obiettivo della BCE, ma con dinamiche divergenti: energia in calo (-4,6% annuo), alimentari in aumento (+2,9%) e servizi ancora sotto pressione (+3,9%). In Italia, l'inflazione è più moderata: +0,9% complessivo e +1,7% per il core. Il prezzo del gas in Europa ha subìto un balzo significativo, passando da 26 euro/MWh a febbraio a 40 euro/MWh a novembre (+57%), con impatti negativi sui costi energetici per famiglie e imprese. Di contro, il prezzo del petrolio si è mantenuto più stabile, oscillando tra 74 e 76 dollari al barile negli ultimi mesi, ben lontano dai picchi di inizio anno.

Nel terzo trimestre, i servizi sono stati l'unico settore in espansione, grazie a un turismo estivo particolarmente vivace (+6,7% annuo la spesa turistica ad agosto). Tuttavia, i segnali di ottobre mostrano un quadro misto: se il PMI servizi è salito a 52,4, la fiducia delle imprese del settore, specie nei trasporti, è in calo. Il settore edile ha visto una riduzione della produzione ad agosto (-1,8%) e un calo complessivo del -4,6% rispetto ai picchi di inizio anno. La fine degli incentivi, solo parzialmente compensata dal PNRR, pesa sulle prospettive del comparto. La produzione industriale italiana è calata del -3,3% nei primi nove mesi del 2024 rispetto all'anno precedente. La contrazione, iniziata con forza nel primo trimestre (-1,4%), si è attenuata ma non invertita, con un ulteriore calo del -0,6% nel terzo trimestre.

I settori collegati alla moda stanno attraversando una crisi profonda. Nei primi nove mesi del 2024, la produzione è calata drasticamente: -15,1% per le pelli, -9,5% per l’abbigliamento e -5,9% per il tessile. Le ore di cassa integrazione autorizzate sono più che raddoppiate, mentre l’export del comparto è diminuito del -4,5% nei primi otto mesi. La crisi è aggravata da fattori strutturali e geopolitici, come la guerra in Ucraina e il rallentamento dell'import cinese. Il settore automotive ha subìto una contrazione del -19,4% nei primi nove mesi dell’anno, con un crollo tendenziale del -32,4% a settembre. I motivi includono il calo della domanda, l'aumento dei costi delle auto (+3,0% annuo dal 2018 al 2024) e le difficoltà di transizione verso l’elettrico, che resta penalizzato da costi elevati e infrastrutture inadeguate. Sul fronte export, la Congiuntura di Confindustria segnala un calo del -0,6% a prezzi costanti, mentre l'import ha mostrato una debole ripresa (+0,9%). La debolezza della domanda nell'Eurozona, e in particolare in Germania, pesa sull'andamento delle esportazioni. A livello globale, il commercio internazionale è cresciuto solo moderatamente (+0,7% nel periodo luglio-agosto), con prospettive di ulteriore rallentamento.  Mentre l’Eurozona ha registrato una crescita del PIL del +0,4% nel terzo trimestre, trainata dai servizi, ma la produzione industriale è in calo in molte economie, con Germania (-1,9%) e Spagna (-0,4%) in difficoltà.

Stando ai dati di Confindustria, le prospettive per l’economia italiana restano dunque incerte. I consumi e gli investimenti potrebbero beneficiare dell’allentamento monetario e della stabilizzazione dell’inflazione, ma il contesto globale e la debolezza dell'industria restano ostacoli significativi. La capacità di invertire questa tendenza dipenderà dalla ripresa della fiducia e dall’efficacia delle politiche economiche nazionali ed europee.

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