Confagricoltura e Unione Italiana Food: un’alleanza strategica per la filiera del pomodoro da industria

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Confagricoltura e Unione Italiana Food hanno presentato queste settimana a Roma un nuovo progetto dedicato alla filiera del pomodoro da industria. L’iniziativa mira a rispondere alle sfide del cambiamento climatico, migliorare la competitività del Made in Italy e garantire una maggiore sostenibilità ambientale ed economica per uno dei settori strategici dell’agroalimentare italiano.
L’incontro, che ha visto la partecipazione di figure di spicco del comparto, tra cui Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura (nella foto), Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food, e il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato l’importanza di un approccio unitario per affrontare le difficoltà che il settore deve fronteggiare. “La collaborazione tra agricoltori e industria è essenziale per garantire un futuro prospero alla filiera del pomodoro. Solo con un sistema coeso possiamo consolidare il ruolo dell’Italia nel mercato globale e valorizzare al meglio le nostre eccellenze,” ha dichiarato il ministro Lollobrigida.

Confagricoltura e Unione Italiana Food: un’alleanza strategica per la filiera del pomodoro da industria

L’Italia è oggi il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria, dopo California e Cina, con oltre 5 milioni di tonnellate prodotte nel 2024 su una superficie coltivata di 75mila ettari, suddivisi tra il Nord Italia (55%) e il Centro-Sud (45%). Tuttavia, nonostante l’aumento delle superfici coltivate (+10,8%), la produzione ha registrato un calo del 2,5% rispetto al 2023, a causa dell’impatto del cambiamento climatico che ha ridotto le rese del 12%.

Le sfide sono molteplici: le condizioni meteorologiche avverse, l’incremento dei costi di produzione, la pressione dei mercati internazionali e la necessità di garantire una maggiore sostenibilità ambientale. “Il comparto agricolo si trova di fronte a una transizione complessa, che richiede risposte tempestive e innovative,” ha affermato il professor Emanuele Blasi, economista agroalimentare dell’Università della Tuscia. “Questo progetto rappresenta un passo importante per costruire una filiera più efficiente e resiliente, capace di affrontare le nuove sfide globali.”

Gli obiettivi del progetto: innovazione e sostenibilità

Il progetto, sviluppato in collaborazione con Value Groovers, spin-off dell’Università della Tuscia, è frutto di un lungo lavoro di analisi e confronto tra i principali attori della filiera. L’iniziativa si propone di creare un modello di sviluppo basato su quattro pilastri fondamentali:Integrazione tra agricoltura e industria – Favorire un dialogo costante tra le aziende agricole e l’industria della trasformazione per garantire una maggiore efficienza lungo tutta la filiera.Innovazione tecnologica – L’adozione di strumenti digitali avanzati per ottimizzare le fasi di coltivazione, raccolta e trasformazione, riducendo gli sprechi e aumentando la qualità del prodotto finale.Sostenibilità ambientale – Promuovere pratiche agricole più sostenibili, con una riduzione dell’impatto ambientale e una gestione più oculata delle risorse idriche ed energetiche.Competitività internazionale – Rafforzare la presenza del pomodoro italiano sui mercati esteri, valorizzando la qualità e la tradizione del Made in Italy.

Un percorso di crescita condivisa

Il progetto prevede una prima fase operativa nel corso della campagna 2025, durante la quale verranno testate nuove pratiche agricole e modelli di business innovativi in diverse aree produttive del Paese. Gli attori coinvolti lavoreranno fianco a fianco per identificare le soluzioni più efficaci, creando un percorso di crescita condivisa che possa portare benefici a tutta la filiera.

Secondo i dati raccolti nella fase preliminare, le nuove modalità di gestione potrebbero portare a un incremento della resa produttiva del 15%, con una riduzione dei costi operativi grazie all'uso di tecnologie di precisione e modelli organizzativi più efficienti.

UniEat: un modello vincente di collaborazione

Il progetto dedicato alla filiera del pomodoro si inserisce all’interno del programma UniEat, nato dalla sinergia tra Confagricoltura e Unione Italiana Food per rafforzare l’efficienza delle filiere agroalimentari italiane. UniEat ha già dimostrato il suo successo con il protocollo d’intesa sulla filiera grano-pasta, che ha consentito di migliorare la competitività del settore cerealicolo italiano.

Tra le attività previste da UniEat rientrano iniziative di promozione internazionale, come la partecipazione alla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo a Doha, che ha visto la presenza di aziende italiane interessate a rafforzare la loro presenza sui mercati del Medio Oriente, e il World Durum and Pasta Forum, un evento che ha riunito esperti e operatori del settore per discutere le prospettive future del grano duro italiano.

Le dichiarazioni dei protagonisti

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato per affrontare le sfide del settore: “Il pomodoro da industria è una delle eccellenze del nostro agroalimentare e deve essere tutelato attraverso investimenti mirati e strategie condivise tra tutti gli attori della filiera.”

Anche Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food, ha evidenziato il valore del progetto: “Questa iniziativa rappresenta un’opportunità straordinaria per migliorare la competitività del nostro settore e garantire ai consumatori un prodotto di alta qualità, sicuro e sostenibile.”

Verso un futuro sostenibile

L’alleanza tra Confagricoltura e Unione Italiana Food rappresenta un passo concreto verso una filiera agroalimentare più sostenibile e competitiva, capace di affrontare con determinazione le sfide del futuro. L’impegno comune è quello di costruire un modello di sviluppo che coniughi tradizione e innovazione, salvaguardando il ruolo strategico dell’Italia nel panorama agroalimentare internazionale.

“La sostenibilità non è solo un obiettivo, ma una necessità,”
ha concluso il professor Valentini. “Solo lavorando insieme possiamo garantire un futuro prospero per le generazioni a venire e preservare il nostro patrimonio agroalimentare.”

Con l’avvio della campagna 2025, le aziende agricole e le industrie di trasformazione saranno chiamate a collaborare attivamente per tradurre le idee in azioni concrete, rendendo la filiera del pomodoro un esempio virtuoso di innovazione e sostenibilità.
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