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Clima estremo in Europa, 18 città italiane sotto allarme: temperature record e incendi nel continente

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Clima estremo in Europa, 18 città italiane sotto allarme: temperature record e incendi nel continente

La morsa dell’estate si fa sempre più stringente sull’Europa, con l’Italia che oggi vede ben 18 città classificate con il bollino rosso per il caldo estremo. Si tratta di un livello di allerta massimo che indica un pericolo concreto per la salute di tutta la popolazione, non solo delle categorie fragili. Le città interessate spaziano da nord a sud e includono metropoli come Roma, Firenze, Bologna, Torino e Milano, dove le temperature previste per la giornata sfiorano o superano i 38 gradi. Le autorità sanitarie hanno rinnovato l’invito a restare in casa nelle ore più calde e a idratarsi regolarmente, mentre gli ospedali si preparano a un possibile aumento dei ricoveri legati ai colpi di calore.

Clima estremo in Europa, 18 città italiane sotto allarme

Non va meglio nel resto d’Europa. Anche Parigi è entrata nelle ultime ore in uno stato di allarme per l’afa. Le temperature nella capitale francese hanno raggiunto picchi raramente registrati nel mese di luglio, superando i 35 gradi. In Belgio, Inghilterra e nella penisola iberica la situazione è analoga. A Bruxelles e Londra si sono toccati i 36 gradi, mentre in Spagna e Portogallo alcune zone interne hanno superato i 42 gradi. Le autorità locali parlano apertamente di “ondata di calore storica”, con un impatto diretto sulle condizioni sanitarie della popolazione, sull’ambiente urbano e sul sistema dei trasporti.

Incendi e disagi a Londra
Uno degli effetti più drammatici di questa nuova ondata di caldo estremo si registra nel Regno Unito, dove si sono sviluppati numerosi incendi nei parchi pubblici della capitale. I vigili del fuoco di Londra sono intervenuti in almeno dieci punti differenti per domare le fiamme che hanno distrutto porzioni significative di vegetazione nel Richmond Park e nel Bushy Park. Le alte temperature, unite a un basso tasso di umidità e alla siccità prolungata delle scorse settimane, hanno creato un terreno ideale per lo sviluppo di roghi. La popolazione è stata invitata a evitare qualsiasi attività all’aperto che possa generare scintille o fiamme libere.

Il Mediterraneo come una pentola in ebollizione
Un dato impressionante arriva dal Mediterraneo, dove la temperatura delle acque superficiali ha raggiunto livelli inusitati per questo periodo dell’anno. Alcuni rilevamenti parlano di valori fino a 26 gradi centigradi, ben al di sopra della media stagionale. Questo fenomeno, oltre a essere un segnale chiaro del riscaldamento globale in corso, potrebbe avere effetti diretti su correnti atmosferiche, sistemi meteorologici e sulla flora e fauna marina. L’aumento della temperatura del mare contribuisce a innescare tempeste più violente e a destabilizzare gli equilibri climatici di vaste aree del continente, generando situazioni sempre più frequenti di estremizzazione meteorologica.

Un fenomeno sempre meno eccezionale
Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, ciò che un tempo veniva considerato eccezionale sta diventando la nuova normalità. L’Europa si sta scaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale e l’Italia, per la sua collocazione geografica, è una delle nazioni più esposte a questo tipo di eventi estremi. I cambiamenti climatici non sono più una proiezione futura ma una realtà concreta e visibile, che richiede un’azione politica e sociale coordinata a tutti i livelli. Il rischio è quello di trovarsi ciclicamente, ogni estate, a fronteggiare emergenze sanitarie, ambientali ed economiche di portata sempre maggiore.

Effetti a catena sulla vita quotidiana
Il caldo eccessivo sta incidendo anche sul funzionamento delle infrastrutture urbane. In molte città europee si stanno registrando rallentamenti nei trasporti pubblici, blackout elettrici dovuti alla maggiore richiesta energetica per i condizionatori, e difficoltà per le attività lavorative all’aperto. I settori dell’agricoltura e del turismo sono tra i più colpiti: raccolti anticipati, frutti ustionati dal sole e disdette delle prenotazioni in aree interne e poco attrezzate stanno disegnando un impatto economico ancora difficile da quantificare, ma certamente rilevante.

L’appello degli scienziati
Il mondo scientifico lancia l’ennesimo grido d’allarme. Le temperature record registrate in questi giorni sono parte di un trend che può essere mitigato solo da un cambiamento drastico nelle politiche ambientali globali. Le emissioni di gas serra non si sono ancora ridotte in maniera sufficiente, e l’adozione delle fonti rinnovabili, seppur in crescita, non riesce a compensare il fabbisogno energetico globale. Il riscaldamento degli oceani e l’intensificazione delle ondate di calore sono segnali inequivocabili che la finestra per intervenire si sta rapidamente chiudendo. In questo scenario, l’Italia e l’Europa si trovano a essere insieme vittime e attori, chiamati a decidere in tempi rapidi una nuova strategia climatica.

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