Musk fa l'occhiolino alla Meloni: "E' più bella dentro che fuori"

- di: Claudia Loizzi
 
New York- Elon Musk durante la cerimonia di premiazione Citizen Award 2024, rivolgendosi alla Presidente del Consiglio in modo scherzoso: «È ancora più bella dentro che fuori».
Aggiungendo più seriamente che «Ha fatto un lavoro incredibile come primo ministro dell’Italia: un record di crescita economica, di occupazione, è incredibile». E lei ha aggiunto: «L’Italia sta fermamente con chi difende libertà e sovranità. L’Occidente è più che un luogo fisico, è una civiltà costruita nel corso dei secoli. È un sistema di valori, con le persone al centro, uomini e donne uguali». Poi citando Michael Jackson: «Come diceva il mio professore di inglese, il cantante Michael Jackson, inizio da Man in the mirror, dall’uomo allo specchio, “gli chiedo di cambiare i suoi modi”». 

E continuando il suo discorso: «dobbiamo iniziare da noi stessi, per sapere chi siamo veramente e rispettarlo, così da poter comprendere e rispettare anche gli altri». Gli avversari sono «I regimi autoritari che diffondono l’idea dell’inevitabile declino dell’Occidente. Ma a loro dico chiaramente che lotteremo per i nostri valori».

«Come politico, hai fondamentalmente due opzioni: essere un leader o uno che segue, indicare o meno una direzione, agire per il bene del tuo popolo o agire solo guidato dai sondaggi. Ebbene, la mia ambizione è guidare, non seguire». Altri stralci del suo discorso ai presenti: «non dovremmo vergognarci di usare e difendere parole e concetti come nazione e patriottismo. Perché significano più di un luogo. Significano uno stato d’animo a cui si appartiene condividendo cultura, tradizioni e valori».
E ancora: «Quando vediamo le nostre bandiere, se ci sentiamo orgogliosi, significa che proviamo l’orgoglio di far parte di una comunità, e che siamo pronti a fare la nostra parte per migliorarne le sorti». Sul tema dell’AI ha aggiunto: «Nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, occorre tentare di governare i suoi rischi perché non intendiamo cedere la nostra libertà in cambio di un maggiore comfort».

Poi sul tema del conflitto in Ucraina ha voluto esprimere il suo sostegno: «L’Italia sta fermamente a fianco di coloro che difendono la loro libertà e sovranità. Non solo perché è giusto fare così. Difendiamo l’Ucraina perché abbiamo conosciuto il caos di un mondo dove la legge del più forte prevale». Nonostante «un esercito di troll stranieri e maligni e bot è impegnato a manipolare la realtà e a sfruttare le nostre contraddizioni. Ma ai fan dell’autoritarismo dico molto chiaramente che combatteremo e difenderemo i nostri valori, valori ai quali saremo fedeli».

Nel suo discorso la Meloni ha preso spunto da una citazione di Ronald Reagan: «Una volta disse: “Dobbiamo renderci conto che nessun arsenale, o nessuna arma nell’arsenale del mondo, è così formidabile come la volontà e il coraggio morale di uomini e donne liberi. È un’arma che i nostri avversari nel mondo di oggi non hanno”. Non potrei essere più d’accordo».

Aggiungendo inoltre che sembra esistere «il paradosso per cui da una parte l’Occidente guarda se stesso con disprezzo, dall’altra spesso sostiene di essere superiore agli altri». Il risultato, secondo la premier, «è che l’Occidente rischia di diventare un interlocutore meno credibile. Il cosiddetto Sud Globale sta chiedendo più influenza. Nazioni in via di sviluppo che ora si sono in larga parte consolidate stanno collaborando in modo autonomo tra loro. Le autocrazie stanno guadagnando terreno sulle democrazie e rischiamo di sembrare sempre più come una fortezza chiusa e autoreferenziale».

Come antidoto a questo modello di chiusura e autoreferenzialità «abbiamo deciso di lasciare per esempio il Piano Mattei per l’Africa, un modello di cooperazione basato su un percorso paritario per costruire un nuovo partenariato di lungo termine con i paesi africani». Perché «sappiamo come affrontare le sfide impossibili che questa epoca ci pone di fronte solo quando impariamo dalle lezioni del passato». E quindi «combattiamo i trafficanti di esseri umani perché ricordiamo che, secoli fa, lottammo per abolire la schiavitù. Difendiamo la natura e l’uomo, perché sappiamo che senza il lavoro responsabile dell’uomo non è possibile costruire un futuro più sostenibile».
Perché «il patriottismo è la migliore risposta al declino. Difendere le nostre radici profonde è la precondizione per raccogliere frutti maturi. Imparare dai nostri errori passati è la precondizione per essere migliori in futuro».
 

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