Il film di Sean Baker conquista cinque statuette, inclusi miglior film e miglior regia. Premiato anche il documentario israelo-palestinese “No Other Land”. Niente per l'Italia.
Nella 97ª edizione degli Academy Awards, tenutasi al Dolby Theatre di Los Angeles, il cinema indipendente ha brillato con “Anora”, diretto da Sean Baker, che ha ottenuto cinque premi su sei nomination, tra cui miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio e miglior attrice protagonista per Mikey Madison.
Il trionfo di “Anora”
“Anora” racconta la storia di Ani, una giovane spogliarellista di Brighton Beach, New York, che intraprende una relazione con il figlio di un oligarca russo, affrontando le sfide derivanti dalle differenze culturali e sociali. Il film, realizzato con un budget di 6 milioni di dollari, ha sorpreso molti per la sua capacità di emergere in una competizione dominata da grandi produzioni.
Sean Baker, già noto per il suo impegno nel rappresentare le vite ai margini della società americana, ha fatto la storia degli Oscar diventando il secondo regista a vincere quattro premi in una sola notte, e il primo a farlo per un unico film, eguagliando Walt Disney che nel 1954 vinse quattro Oscar per produzioni diverse.
Durante il suo discorso di accettazione per il premio alla miglior regia, Baker ha sottolineato l’importanza del cinema indipendente e ha incoraggiato i giovani cineasti a perseguire le proprie storie, affermando: “Questo premio è per tutti coloro che credono nel potere del cinema indipendente. Continuate a raccontare le vostre storie.”
La rivelazione di Mikey Madison
La venticinquenne Mikey Madison ha vinto il premio come miglior attrice protagonista per la sua interpretazione di Ani, superando favorite come Demi Moore. La sua performance è stata lodata per la profondità emotiva e la capacità di dare vita a un personaggio complesso.
Madison, nel suo discorso di ringraziamento, ha voluto dedicare la statuetta alla squadra che ha reso possibile “Anora”: “Questo film è nato dal coraggio e dalla passione di un gruppo straordinario di artisti. Senza di loro, questa storia non sarebbe stata raccontata.”
Altri premi e sorprese della serata
Adrien Brody ha ricevuto il premio come miglior attore protagonista per il suo ruolo in “The Brutalist”, film che ha ottenuto anche i premi per la miglior fotografia e la miglior colonna sonora. Nel suo discorso, Brody ha dichiarato: “Rappresento il trauma della guerra, l’oppressione sistematica e l’antisemitismo. Credo e prego per un mondo più sano e inclusivo.”
Zoe Saldaña è stata premiata come miglior attrice non protagonista per la sua performance in “Emilia Pérez”, mentre Kieran Culkin ha vinto il premio come miglior attore non protagonista per “A Real Pain”. La vittoria di Culkin ha suscitato particolare attenzione a causa del suo discorso carico di emozioni e spontaneità, che ha provocato alcune censure da parte della ABC, emittente che ha trasmesso la cerimonia negli Stati Uniti.
Il successo di “No Other Land”
Il documentario “No Other Land”, frutto della collaborazione tra cineasti israeliani e palestinesi, ha vinto l’Oscar per il miglior documentario. Il film racconta la storia dell’attivista palestinese Basel Adra e della sua lotta per salvare la sua comunità in Cisgiordania dalla demolizione da parte delle forze israeliane.
Durante il discorso di accettazione, i registi hanno chiesto al mondo di fermare “la pulizia etnica” del popolo palestinese, sottolineando l’interconnessione dell’umanità: “Siamo interconnessi. Non saremo mai sicuri se gli altri non sono sicuri.”
Il documentario, ancora privo di un distributore negli Stati Uniti, ha acceso il dibattito internazionale sulle rappresentazioni cinematografiche del conflitto israelo-palestinese.
Le tensioni politiche sul palco
Nonostante le intenzioni dell’Academy di mantenere uno spettacolo il più neutrale possibile, la cerimonia non è stata esente da riferimenti politici. Conan O’Brien, alla sua prima conduzione degli Oscar, ha fatto una battuta sul presidente russo Vladimir Putin, riferendosi alla trama di “Anora”: “Immagino che gli americani saranno eccitati nel vedere che qualcuno finalmente resiste a un russo potente.”
Il sostegno all’Ucraina si è manifestato in modo limitato, con la spilletta “Slava Ukraini” indossata da Guy Pearce e la breve dichiarazione della presentatrice Daryl Hannah. Tuttavia, il dibattito su Gaza ha avuto un impatto più evidente, soprattutto con la vittoria di “No Other Land”.
Un omaggio a James Bond e ai grandi del cinema
Il segmento “In Memoriam” è stato aperto da Morgan Freeman in omaggio all’attore Gene Hackman, recentemente scomparso. La serata ha incluso anche un lungo tributo alla saga di James Bond, a seguito del recente passaggio della direzione creativa della franchise da Barbara Broccoli e Michael Wilson ad Amazon.
Un’occhiata al futuro
La vittoria di “Anora” rappresenta un momento significativo per il cinema indipendente, dimostrando che storie autentiche e produzioni a basso budget possono competere e trionfare sul palcoscenico più prestigioso del cinema mondiale. Questo successo potrebbe aprire la strada a una maggiore diversità e rappresentazione nel panorama cinematografico futuro.
Italia senza statuette
È stata una serata amara per l’Italia, che non ha portato a casa nessuna statuetta. Dopo l’esclusione di “Vermiglio” dalla corsa per il miglior film internazionale, anche Isabella Rossellini ha mancato la vittoria come miglior attrice non protagonista per “Conclave”. Nonostante la sua candidatura fosse stata accolta con entusiasmo, il premio è andato a Zoe Saldaña. “Essere qui è già una vittoria”, ha commentato Rossellini dopo la cerimonia.