La Cina corre per l'introduzione di una valuta virtuale

- di: Emanuela M. Muratov
 
Se ne facesse un suo obiettivo un Paese diverso, per dimensioni, per situazione economica e anche per rispetto dei diritti umani e del dissenso politico, nessuno avrebbe qualcosa da dire se non commenti positivi. Invece il progredire del progetto per adottare in Cina una moneta virtuale viene guardato con qualche sospetto perché, se è vero che sarebbe un piccola rivoluzione, essa potrebbe però diventare uno strumento dello Stato per controllare l'attività, anche la più piccola, di ciascun individuo.
Un panorama che farebbe impallidire anche lo scenario dell'orwelliano "Grande Fratello".

Il progetto è qualcosa più che una semplice sperimentazione dal momento che il lancio ufficiale della moneta virtuale della Cina è previsto per il febbraio del 2022. Da mesi la Banca centrale sta testando una applicazione per consentire l'utilizzo virtuale dello yuan. Qualcuno ha provato a definire lo scenario che si concretizzerà in concomitanza con l'avvio in Cina delle Olimpiadi invernali.

Arrivando in Cina ci si accorgerà che né i negozi o i mezzi pubblici, per non parlare delle strutture ricettive, accetteranno le carte di credito (anche le più note, sicure e garantite). E non sarà possibile usare anche altre forme di pagamento, come WeChat Pay e Alipay, a meno che non si abbia un numero di telefono registrato in Cina o un conto in una banca cinese.
Un cambiamento pressoché totale rispetto ad oggi. In futuro, quindi, chi, straniero, arriva in un qualsiasi aeroporto cinese, dovrà rivolgersi ad una delle agenzie bancarie presenti nello scalo per cambiare la sua moneta (dollari o euro, ovviamente) per averne in cambio degli yuan virtuali. O tramite una applicazione appositamente creata dalla Banca popolare cinese, oppure un chip incorporato in un badge da portare sempre oppure, magari, ad un guanto.

Prima però, si dovrà scansionare una fotografia che, grazie ad un efficiente quanto onnipresente sistema di riconoscimento facciale, scoraggerà qualsiasi tipo di furbizia. Quindi lo yuan virtuale servirà per ogni tipo di acquisto, facendo di ogni mossa un sentiero tecnologico facile da seguire e ricostruire. La sperimentazione è stata fatta nei mesi scorsi a Shenzhen (in ottobre), Suzhou (in dicembre), ma anche, sia pure in scala minore, in altre città, tra cui la stessa Pechino, con la partecipazione di centinaia di migliaia di volontari.

A Shenzhen si sono offerti volontari per la sperimentazione quasi due milioni di persone. Con un sorteggio elettronico sono stati distribuiti, a 50 mila di loro, 200 yuan, equivalenti a circa 25 euro. A Suzhou, città di 10 milioni di abitanti, hanno beneficiato della sperimentazione 100 mila abitanti ai quali è stato chiesto di spendere i loro 200 yuan in un arco di tempo relativamente breve (dall'11 al 27 dicembre). Se anche negli Stati Uniti ed in Europa la corsa alle valute digitali è già partita, in Cina è già una piccola realtà (visti i "numeri" del Dragone). Tanto che un caffè in uno dei quartieri finanziari di Pechino ormai lavora con la valuta virtuale.
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