Antonella Centra: "Sostenibilità, Gucci ha iniziato il percorso nel 2011 e oggi è davanti a tutti"

- di: Redazione
 
Antonella Centra ha ricevuto il Premio Italia Informa per aver plasmato il percorso di sostenibilità ambientale e sociale di Gucci facendone, grazie al suo contributo e alla sua passione, un pilastro della corporate culture aziendale. Grazie a ciò, un marchio icona del lusso Made in Italy come Gucci è protagonista di un percorso autentico e rigoroso che l’ha visto tagliare molti traguardi in anticipo sui tempi.

Antonella Centra: "Sostenibilità, Gucci ha iniziato il percorso nel 2011 e oggi è davanti a tutti"

Dottoressa Centra, da oltre venticinque anni è alla guida dei team legali di alcune delle società più conosciute al mondo, tra cui Coca Cola e Bottega Veneta. Attualmente, Executive Vice President, General Counsel, Corporate Affairs & Sustainability e membro del CdA di Gucci, contribuisce a plasmare e indirizzare la strategia di sostenibilità del brancosa comporta il suo ruolo?
Era il 2015 quando mi è stata affidata questa responsabilità, allora si iniziava appena a parlare dell’argomento. Un tema però che era già da tempo in primo piano nel gruppo Kering di cui Gucci fa parte. Assumere questo impegno e farlo entrare nelle responsabilità del Comitato Esecutivo e nel CdA ha segnato un punto di svolta: così la sostenibilità è diventata, da argomento specialistico, un tema di natura strategica, una chiave di business e una vera e propria leva competitiva. Oggi, tutti parlano di sostenibilità: Gucci, avendo iniziato un percorso già dal 2011, ha fatto già molti passi avanti e questo anche grazie alla visione e all’impegno di tutta l’azienda di fare in modo che sostenibilità e il business vadano sempre di pari passo.

A proposito di sostenibilità, ha dichiarato che “quello che fa davvero la differenza per tradurre i buoni propositi in fatti concreti è l’approccio con cui un’enunciazione di principio diventa parte di un’intera visione e strategia aziendale”, stabilendo un obiettivo di riduzione dell’impatto ambientale con un sistema scientifico di misurazione. Quali sono i risultati ottenuti e quali gli obiettivi ancora da raggiungere?
Nel 2015 abbiamo avviato una strategia a 10 anni per la riduzione dell’impatto ambientale, attraverso un sistema di misurazione attivo dal 2013. Così riusciamo a conoscere perfettamente l’impatto generato in ogni fase, dall’approvvigionamento fino al fine vita dei prodotti per agire con interventi mirati. Adesso, abbiamo lanciato una sfida ancora più grande, annunciando la riduzione del 40% in termini assoluti. Porsi un obiettivo significa sapere da dove si parte e dove si vuole arrivare, con l’impegno di tutte le forze aziendali, perché il traguardo non si può raggiungere da soli, se tutti non sono consapevoli.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite parla di sostenibilità anche in termini di rapporto di genere. L’approccio che avete scelto di adottare nell’ambito della sostenibilità ambientale, articolato sul monitoraggio, può essere esteso anche alla sfera della responsabilità sociale e in particolare all’uguaglianza di genere?

Abbiamo subito colto la possibilità di adottare un bilancio di genere per capire a quale punto fossimo del nostro percorso. Questo bilancio ha individuato tanti passi fatti e le possibili aree di miglioramento, ed è stato un passo fondamentale che ci ha portati ad ottenere per primi nel lusso la certificazione di genere. Questo traguardo rappresenta un ulteriore riconoscimento a un percorso avviato da tempo e che prosegue in ottica di un miglioramento continuo.
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