Appello per Cecilia Sala detenuta in Iran: “Mandatele libri”

- di: Marta Giannoni

05/01/2025

La voce di chi ha conosciuto Evin
Nazanin Zaghari-Ratcliffe, ex detenuta politica nel carcere iraniano di Evin, lancia un accorato appello in un’intervista a Repubblica: “Continuate a parlare di Cecilia Sala. Non rimanete in silenzio”. La giornalista italiana è attualmente detenuta in Iran, accusata di reati pretestuosi, e si trova in una situazione di estrema vulnerabilità.

“Mandatele libri, sono essenziali”
Zaghari-Ratcliffe, che ha vissuto sei anni di prigionia nel famigerato carcere, sottolinea l’importanza del sostegno esterno: “Sapere che qualcuno fuori combatteva per me mi ha dato la forza di resistere”. Il consiglio più pratico? “Mandate libri a Cecilia. Sono fondamentali per la salute mentale”.

L’isolamento è un rischio di tortura
L’ex detenuta mette in guardia: l’isolamento in strutture come Evin è spesso preludio a pressioni fisiche e psicologiche che sfociano nella tortura. “Roma deve tirarla fuori dall’isolamento il prima possibile”, ha aggiunto.

Critiche alla diplomazia italiana
L’atteggiamento del governo italiano è nel mirino: “Mi ha scioccato il tweet di Tajani: ‘Cecilia sta bene’. Come si può dire una cosa del genere mentre è rinchiusa a Evin? È un messaggio irresponsabile”. Per Zaghari-Ratcliffe, è fondamentale non accettare le accuse di Teheran e parlare apertamente di Cecilia come ostaggio politico.

La comunità internazionale sotto accusa
La detenzione di Sala, per la donna, è solo l’ennesimo esempio di una strategia iraniana che utilizza gli arresti arbitrari come strumento di pressione politica: “Se Teheran resta impunita, continuerà a prendere in ostaggio altri innocenti”. L’appello è diretto alle istituzioni: trattare l’Iran per quello che è, un “crimine organizzato”.

Tags: cecilia sala, iran, prigione di evin, nazanin zaghari ratcliffe,

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