La Bulgaria è pronta ad abbandonare il lev e a entrare ufficialmente nell’eurozona a partire dal 1º gennaio 2026. La notizia, confermata dalla Commissione europea, segna un passaggio storico per il Paese balcanico, che diventerà il ventesimo Stato membro a utilizzare la moneta unica. Bruxelles ha infatti certificato che la Bulgaria soddisfa i criteri di convergenza richiesti, nonostante alcune criticità in fase di valutazione che hanno accompagnato il processo negli ultimi anni. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha definito l’ingresso della Bulgaria nell’eurozona “una dimostrazione della forza dell’Unione economica e monetaria e del percorso di stabilizzazione intrapreso da Sofia”.
La Bulgaria entra nell’euro dal 2026, via libera da Bruxelles
Il percorso verso l’euro non è stato semplice per la Bulgaria, che ha iniziato il processo di avvicinamento nel 2020 con l’ingresso nel Meccanismo di cambio europeo (ERM II). Negli anni successivi, le autorità bulgare hanno lavorato per rispettare i parametri di Maastricht: stabilità dei prezzi, finanze pubbliche sane, tassi di cambio stabili e tassi d’interesse a lungo termine contenuti. La relazione di convergenza pubblicata dalla Commissione europea attesta che questi requisiti sono stati finalmente raggiunti, pur riconoscendo che restano aperte sfide legate al sistema bancario e alla governance istituzionale.
Reazioni politiche ed economiche
Il primo ministro bulgaro Dimitar Glavchev ha accolto con favore la notizia, sottolineando che “l’ingresso nell’eurozona rafforzerà la nostra posizione in Europa, darà maggiore fiducia agli investitori e proteggerà il potere d’acquisto dei cittadini”. Anche il presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha commentato positivamente la decisione, affermando che “la Bulgaria ha dimostrato un impegno credibile verso l’integrazione economica e monetaria”. Tuttavia, l’opinione pubblica bulgara resta divisa: secondo recenti sondaggi, una parte significativa della popolazione teme che l’euro possa portare a un aumento dei prezzi e a una perdita di sovranità.
Le implicazioni per l’Unione monetaria
Con l’ingresso della Bulgaria, l’eurozona continuerà il suo processo di espansione verso est, confermando la capacità attrattiva della moneta unica. L’adesione bulgara rappresenta un segnale politico importante in un momento in cui l’Europa affronta nuove sfide economiche, energetiche e geopolitiche. Per Bruxelles, si tratta anche di una risposta concreta a chi mette in discussione la solidità dell’euro, mostrando che l’Unione continua ad allargarsi e a integrare nuovi partner con prospettive comuni.
Prossimi passi e preparativi
Nei prossimi mesi, la Bulgaria dovrà completare i preparativi tecnici per l’adozione dell’euro: dalla produzione e distribuzione delle nuove monete alla conversione dei sistemi bancari e amministrativi. Le istituzioni europee assisteranno Sofia in tutte le fasi, per garantire una transizione fluida e senza interruzioni. Dal 1º gennaio 2026, i cittadini bulgari utilizzeranno l’euro per tutte le transazioni quotidiane, mentre il lev verrà gradualmente ritirato. Il tasso di conversione definitivo verrà stabilito nei prossimi mesi, ma si prevede che sarà vicino a quello già fissato all’interno dell’ERM II, pari a 1,95583 lev per un euro.