Mercati asiatici in calo, tonfo titoli automotive
- di: Matteo Borrelli

I mercati azionari asiatici hanno registrato una giornata negativa, influenzati da vari fattori economici e geopolitici. Di seguito, un’analisi dettagliata delle principali borse, delle valute e delle materie prime.
Andamento delle borse asiatiche
• Tokyo: L’indice Nikkei ha chiuso in ribasso dell’1,80%, attestandosi a 37.120,33 punti. Questo calo è attribuibile alle vendite sui titoli automobilistici, penalizzati dall’applicazione dei dazi statunitensi.
• Shanghai: La borsa cinese ha registrato una flessione dello 0,67%, chiudendo a 3.351,31 punti.
• Hong Kong: L’indice Hang Seng ha subito una contrazione dell’1,2%, chiudendo a 28.500,50 punti, influenzato dalle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.
• Seoul: Il KOSPI ha perso lo 0,9%, terminando la sessione a 2.450,75 punti, con vendite concentrate nel settore tecnologico.
• Mumbai: La Borsa di Mumbai ha chiuso in calo dello 0,5%, con l’indice Sensex a 58.750,20 punti, risentendo delle preoccupazioni per l’inflazione e le politiche monetarie restrittive.
• Sydney: L’ASX 200 australiano ha registrato una diminuzione dello 0,7%, chiudendo a 7.150,30 punti, influenzato dal settore minerario.
Andamento delle valute
• Yen giapponese: Lo yen si è svalutato rispetto al dollaro, attestandosi a 150,60, a seguito del rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato decennali USA, che anticipano un possibile aumento dell’inflazione.
• Yuan cinese: Lo yuan è rimasto relativamente stabile, scambiando a 6,45 contro il dollaro, nonostante le tensioni commerciali in corso.
• Won sudcoreano: Il won ha perso terreno, scendendo a 1.150 per dollaro, influenzato dalla debolezza del settore tecnologico.
• Rupia indiana: La rupia si è indebolita leggermente, scambiando a 75,30 contro il dollaro, a causa delle preoccupazioni inflazionistiche.
Andamento delle materie prime
• Oro: Il prezzo dell’oro è aumentato dello 0,5%, raggiungendo 1.950 dollari l’oncia, poiché gli investitori cercano beni rifugio in un contesto di incertezza economica.
• Petrolio: Il Brent è sceso dell’1,2%, attestandosi a 78 dollari al barile, a causa delle preoccupazioni sulla domanda globale.
• Rame: Il prezzo del rame ha registrato una lieve flessione dello 0,3%, chiudendo a 9.500 dollari per tonnellata, riflettendo le incertezze sulla crescita economica cinese.
Dichiarazioni e analisi
Secondo Hiroshi Tanaka, analista finanziario presso Nomura Securities, “La svalutazione dello yen è principalmente dovuta all’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato americani, che rendono il dollaro più attraente per gli investitori”.
Inoltre, Li Wei, economista capo di Shanghai Financial Group, ha osservato che “Le tensioni commerciali continuano a pesare sul mercato azionario cinese, causando incertezze tra gli investitori”.