Stallo mercati asiatici: rendimenti Usa elevati e arrivo dati chiave

- di: Matteo Borrelli
 
I mercati azionari asiatici hanno avviato la settimana in modo contrastato, influenzati dai rendimenti elevati dei titoli del Tesoro statunitensi e dall’attesa per dati economici cruciali provenienti da Cina e Stati Uniti.

Andamento delle principali borse asiatiche
Tokyo: L’indice Nikkei 225 ha registrato un calo dello 0,32%, chiudendo a 32.500 punti, con i settori tecnologico e manifatturiero in ribasso.
Shanghai: Lo Shanghai Composite ha guadagnato l’1,25%, attestandosi a 3.600 punti, sostenuto da politiche di stimolo economico annunciate dal governo cinese.
Hong Kong: L’Hang Seng ha chiuso in rialzo dell’1,08% a 28.000 punti, trainato dai titoli del settore immobiliare.
Seoul: Il Kospi è rimasto pressoché invariato, segnando un lieve calo dello 0,06% a 2.950 punti, con performance contrastanti nei settori tecnologico e automobilistico.
Sydney: L’S&P/ASX 200 ha registrato un incremento dello 0,24%, chiudendo a 7.400 punti, grazie alla ripresa dei titoli minerari.

Materie prime e oro
Oro: Il prezzo spot dell’oro ha registrato un lieve aumento dello 0,29%, attestandosi a 2.630,48 dollari l’oncia, sostenuto dalla domanda delle banche centrali. 
Petrolio: I futures sul Brent sono saliti dello 0,5%, raggiungendo 85 dollari al barile, mentre il WTI ha guadagnato lo 0,4%, attestandosi a 80 dollari al barile, in un mercato caratterizzato da scambi ridotti.

Valute
Yen giapponese: Lo yen si è indebolito rispetto al dollaro, con un cambio di 150 yen per dollaro, influenzato dalle politiche monetarie divergenti tra Stati Uniti e Giappone.
Yuan cinese: Lo yuan ha mostrato stabilità, scambiando a 7,2 yuan per dollaro, sostenuto da interventi governativi volti a stabilizzare la valuta.
Won sudcoreano: Il won ha registrato una lieve flessione, con un cambio di 1.200 won per dollaro, riflettendo l’incertezza economica globale.

Prospettive future
Gli investitori rimangono cauti in attesa dei prossimi dati economici da Cina e Stati Uniti, che potrebbero influenzare le politiche monetarie e l’andamento dei mercati finanziari globali.

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