Borse asiatiche contrastate, focus su Fed, Cina e materie prime
- di: Matteo Borrelli
Le principali Borse asiatiche hanno chiuso con andamenti divergenti, mentre gli investitori monitorano l'attesa riunione della Federal Reserve. Si prevede un ulteriore taglio dei tassi di 0,25 punti percentuali, con l'attenzione puntata anche sull'andamento economico della Cina e sulle tensioni geopolitiche globali.
A Tokyo, l’indice Nikkei ha registrato una flessione dello 0,72%, complice uno yen stabile sia sul dollaro, a 153,30, che sull’euro, a 161,20. Hong Kong ha chiuso in rialzo dell'1%, seguita da Shanghai (+0,6%) e Shenzhen (+0,5%), sostenute da segnali di stabilizzazione nell’economia cinese. Bene anche Seoul (+1,1%), mentre Mumbai ha segnato un calo dello 0,7%.
Sul fronte macroeconomico, dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione del Regno Unito, i mercati guardano ora ai numeri dell’Eurozona, attesi per oggi.
I mercati delle materie prime sono stati relativamente stabili in attesa delle decisioni della Fed. Il gas naturale ha aperto ad Amsterdam in leggero aumento, con un prezzo di 42,33 euro al megawattora (+0,6%). L’oro, invece, si è mantenuto fermo, scambiato a 2.646 dollari l’oncia (-0,01%).
Focus sulla Cina e sui mercati asiatici
L’andamento delle Borse asiatiche riflette in parte le incertezze legate alla crescita cinese. Gli ultimi dati suggeriscono segnali di ripresa, ma i consumi interni restano deboli. Al contempo, i produttori cinesi affrontano pressioni sui costi delle materie prime, con il rame e il litio – cruciali per le batterie – che registrano oscillazioni significative sui mercati globali.
Intanto, le politiche del governo cinese, che ha recentemente allentato alcune restrizioni per stimolare il settore immobiliare, potrebbero influire positivamente sull’intera regione, portando potenziali benefici anche per le economie limitrofe, come il Vietnam e la Thailandia, sempre più integrate nelle catene di fornitura globali.
In questo scenario, i mercati attendono con attenzione non solo le decisioni della Federal Reserve, ma anche eventuali mosse della Bank of Japan, che dovrebbe mantenere invariata la sua politica monetaria, secondo le previsioni degli analisti.