L'annunciato taglio dei tassi in America impatta in modo differente sui mercati asiatici
- di: Redazione
L'ormai imminente taglio dei tassi di interesse da parte della Fed, annunciato dal presidente Jerome Powell, ha avuto effetti disomogenei sui mercati borsistici asiatici, che sembrano risentire anche se in modo marginale del rinnovato nervosismo per le tensioni in Medio Oriente e le ripercussioni che esse hanno sui prezzi del petrolio.
Venerdì, confermando le impressioni della vigilia, Powell ha dichiarato che è giunto il momento di abbassare il tasso di interesse principale dal massimo degli ultimi due decenni, dicendo che ''la direzione di marcia è chiara e i tempi e il ritmo dei tagli dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo, dalle prospettive in evoluzione e dall'equilibrio dei rischi".
L'annunciato taglio dei tassi in America impatta in modo differente sui mercati asiatici
L'indice di riferimento giapponese Nikkei 225 è sceso dell'1,1% nelle contrattazioni mattutine, attestandosi a 37.944,68 a causa del rafforzamento della valuta sul dollaro (il tasso di cambio dollaro-yen è sceso dello 0,30% a 143,95 nelle contrattazioni mattutine odierne).
L'indice Hang Seng di Hong Kong è cresciuto dell'1,0% a 17.786,31, mentre l'indice Shanghai Composite è sceso dello 0,1% a 2.852,34. Buon andamento per l'australiano S & P/ASX 200, che ha registrato un + 0,7% a 8.076,10. Poco sotto la quotazione di inizio contrattazioni per il Kospi sudcoreano, che ha perso lo 0,2% a 2.695,24.
Venerdì, l'indice S & P 500 è salito dell'1,1% a 5.634,61 dopo che l'indice è sceso dello 0,6% rispetto al suo massimo storico registrato il mese scorso. Il Dow Jones Industrial Average si è apprezzato dell'1,1% a 41.175,08, mentre il Nasdaq Composite ha messo a segno un robusto +1,5% a 17.877,79.
Nel mercato obbligazionario, il rendimento del Treasury decennale è sceso al 3,79% dal 3,86% di giovedì sera. Il rendimento del Treasury biennale, che si muove più vicino alle aspettative di azione della Fed, è sceso al 3,91% dal 4,01% di giovedì sera.
Nel trading energetico, il greggio di riferimento statunitense è salito di 51 centesimi a 75,34 dollari al barile. Il greggio Brent, lo standard internazionale, è salito di 56 centesimi a 78,71 dollari al barile.