Borse: i 'buoni propositi' di Pechino spingono i mercati asiatici in terreno positivo

- di: Redazione
 
L'annuncio/ammissione di Pechino che occorrono nuove misure per rilanciare l'economia cinese, che langue da mesi, ha avuto un effetto positivo sulle borse asiatiche (ad eccezione di Hong Kong) che hanno concluso la prima giornata di contrattazioni della settimana in terreno positivo. Le azioni cinesi, più in particolare, hanno registrato un aumento superiore all'1%.
Il ministero delle Finanze ha detto che, oltre a quelli già adottati, sta valutando altri stimoli per l'economia, pur non anticipando nulla sui contenuti che dovrebbe avere il nuovo piano. Parole ''non dette'' che, da una parte, hanno deluso gli investitori, che invece speravano nell'annuncio di un robusto piano di incentivi, nell'ordine equivalente di almeno 250 miliardi di dollari, ma dall'altra non ha sorpreso, visto che il dare annunci generici, senza contenuti espliciti, è nella cifra di Pechino.

Borse: i 'buoni propositi' di Pechino spingono i mercati asiatici in terreno positivo

L'indice Shanghai Composite è salito dell'1,7% a 3.271,06 e il mercato più piccolo di Shenzhen ha guadagnato l'1,9%. L'indice Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,4% a 21.164,93. Il Taiex di Taiwan è salito dello 0,4%, apparentemente non risentendo del montare della tensione dopo che la Marina militare cinese sta facendo esercitazioni intorno all'isola, con un grande dispiegamento di navi.

I mercati di Tokyo sono rimasti chiusi per un giorno festivo. In Corea del Sud, il Kospi ha aggiunto l'1% a 2.622,43, mentre l'S & P/ASX 200 australiano è salito dello 0,5% a 8.253,60. Wall Street aveva chiuso la settimana con significativi progressi.

L'S & P 500 è salito dello 0,6% a 5.815,03; il Dow Jones Industrial Average dell'1% a 42.863,86. Il Nasdaq Composite ha invece perso lo 0,3% a 18.342,94, risentendo delle perturbazioni sul titolo Tesla, crollato dell'8,8%.

Sul mercato obbligazionario, i rendimenti dei titoli del Tesoro hanno registrato andamenti contrastanti in seguito agli ultimi aggiornamenti sull'inflazione all'ingrosso e sul sentiment dei consumatori statunitensi.
Nelle altre contrattazioni di lunedì mattina, il petrolio greggio di riferimento statunitense ha perso 91 centesimi, attestandosi a 74,65 dollari al barile, nelle contrattazioni elettroniche sul New York Mercantile Exchange.
Il greggio Brent, lo standard internazionale, è sceso di 95 centesimi, attestandosi a 78,09 dollari al barile.
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