Berlusconi e i numeri (a casaccio): un amore che dura da decenni
- di: Redazione
I numeri, per chi non appartiene alla per noi eccelsa categoria dei matematici, costituiscono da sempre una materia da maneggiare con cautela. Lo diceva Pitagora, molti secoli fa: i numeri sono alla base di tutto perché regolano il tempo, la riproduzione, l'evoluzione degli astri. Di scritti del fondatore crotonese della scuola che porta il suo nome non ne sono stati tramandati, ma il suo messaggio resta sempre attuale soprattutto ora, un periodo storico in cui tutto ha regole numeriche alle quali non è possibile trasgredire. Con qualche eccezione.
Il rapporto di Silvio Berlusconi con i numeri è datato, e non soltanto per la sua attività di imprenditore in cui ne ha dovuti leggere tantissimi, la maggior parte dei quali riguardanti i soldi che rimpinguavano e rimpinguano ancora i suoi (tanti) conti in banca.
Un amore forse non corrisposto perché i numeri qualche volta lo hanno tradito, come quando, alla vigilia di qualche consultazione elettorale, si è lanciato in previsioni/certezze sulla percentuale che avrebbe raggiunto Forza Italia, venendo però smentito dai fatti. Ovvero dei numeri.
Berlusconi si prepara a scendere (di nuovo) in campo con le solite, vecchie promesse
Ma è di altri numeri che vogliamo parlare, perché, quando ancora le ceneri del governo Draghi non s'erano raffreddate, ''meno male che Silvio c'è'' si è lanciato - probabilmente, anzi sicuramente, senza che gli altri leader del centrodestra ne fossero a conoscenza - nella presentazione del suo programma elettorale, in fondo come sempre ripetitivo, ma che ha in qualche modo adeguato alle nuove dinamiche che animano il Paese, a cominciare dalla promessa di piantare milioni di alberi sul territorio nazionale. Come se le politiche ambientali portate avanti dai suoi governi avessero toccato i vertici dell'eccellenza e dell'impegno.
Una frase che ha voluto essere d'impatto giocando, appunto, su un numero, un milione, al cui semplice udire forse pensava che gli italiani sarebbero scattati in piedi battendo le mani per celebrarlo come il nuovo paladino dell'ambiente e del clima. Un tentativo che non è che abbia avuto grandi risultati perché sconfitto dall'evidenza. Che è quella che il 31 marzo scorso il Ministero della Transizione ecologica ha pubblicato un bando per piantare, in 14 citta metropolitane, 6,6 milioni di alberi entro il 2024. Cioè, a conti fatti (ah, maledettissimi numeri...) esattamente il doppio di quanto promesso da Berlusconi. Al quale, forse, non avrà fatto piacere di avere fatto una promessa ''al ribasso'', quando, ad esempio, avrebbe potuto dire che vuole mettere alberi ovunque, come il ragazzo della via Gluck.
I numeri, per lui, restano una irresistibile fonte di attrazione, che lo invoglia a farne uso per rafforzare ciò che dice, come appunto una promessa.
Quindi, perché non dire di volere alzare le pensioni minime a mille euro al mese? E non per dodici mesi all'anno, ma per tredici? E perché mai non allargare la platea dei fruitori delle pensione ''alle nostre mamme, che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa''? Un argomento ad effetto per un Paese che sta subendo un costante invecchiamento della popolazione, che ha un sollievo dai ''nuovi italiani'', una verità che è fumo negli occhi per gli alleati di Berlusconi.
Che poi le casse dello Stato non possano fronteggiare la portata di questa spericolata prospettiva è nei fatti perché, facendo due conti, l'alzare le pensioni, ampliando il numero dei percettori, costerebbe, oggi, quasi undici miliardi di euro. Da prendere dove? Sul punto si aspetta un'altra promessa.
E ancora il Silvio, ''che sta come un grillo'' (parole di Tajani, di cui, confessiamo, non conoscevamo l'amore per entomologia) , non ha toccato l'argomento dei nuovi posti di lavoro che, vent'anni fa, promise nella misura di un milione, di cui ancora oggi si cercano le tracce.