BCE, decisione cruciale sui tassi il 12 dicembre: in due anni il caro-tassi pesa sulle imprese per 44,3 miliardi

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Giovedì 12 dicembre sarà una data chiave per l’economia europea: il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea è chiamato a decidere sui tassi di riferimento. Sul tavolo c’è l’opzione di una riduzione dei tassi, ma rimane incerta l’intensità dell’intervento.

BCE, decisione cruciale sui tassi il 12 dicembre

Le pressioni economiche e le tensioni geopolitiche alimentano il dibattito, mentre l’inflazione di ottobre, al 2,3%, si avvicina al target del 2% fissato dalla BCE. Tuttavia, le prospettive economiche restano deboli, con una crescita prevista dello 0,8% per il 2024 e una Germania in recessione per il secondo anno consecutivo.

Impatto del caro-tassi: 44,3 miliardi in oneri finanziari per le imprese

L’aumento dei tassi d’interesse deciso dalla BCE negli ultimi due anni per frenare l’inflazione ha avuto un costo elevato per le imprese italiane: 44,3 miliardi di euro in maggiori oneri finanziari nel biennio 2023-2024. La stretta monetaria ha comportato anche un calo dei prestiti: a settembre 2024 si registra un -2,4% complessivo, con una contrazione dell’8% per le micro e piccole imprese.

Marco Granelli, presidente di Confartigianato, lancia un monito: “L’aumento dei tassi ha aggravato le difficoltà delle imprese, rallentando investimenti cruciali per il futuro. Questo scenario non solo preoccupa per il presente, ma getta un’ombra sul futuro delle prossime generazioni”.

Investimenti in calo: rischio per la produttività e l’innovazione

Il caro-tassi ha avuto ripercussioni dirette sulla propensione delle imprese a investire. Dal primo trimestre del 2024, la dinamica degli investimenti è entrata in territorio negativo, segnando un -2,3% su base annua nel secondo trimestre. Gli investimenti in macchinari e impianti sono calati del 4,4% nello stesso periodo, mentre la produzione di beni strumentali ha subito una contrazione del 4,2% nei primi nove mesi dell’anno.

Questa frenata colpisce in modo particolare settori strategici come la meccanica e l’automotive, aggravando una crisi già in corso. La riduzione degli investimenti rallenta processi essenziali come la digitalizzazione, l’efficientamento energetico e la transizione ecologica, ostacolando la competitività delle imprese italiane in un contesto internazionale sempre più complesso.

Una riduzione dei tassi per rilanciare la crescita

Gli occhi sono puntati sulla BCE, che con una riduzione dei tassi potrebbe offrire una boccata d’ossigeno all’economia europea. Un intervento deciso favorirebbe il rilancio degli investimenti, essenziali per sostenere la produttività e l’innovazione. Tuttavia, il margine di manovra è limitato, e la BCE dovrà bilanciare l’esigenza di stimolare la crescita con la necessità di mantenere sotto controllo l’inflazione.

Il 19° Rapporto annuale di Confartigianato, presentato durante l’Assemblea dell’organizzazione alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sottolinea come l’aumento dei tassi sia stato una scelta necessaria per stabilizzare i prezzi, ma al contempo abbia messo a dura prova il tessuto economico. La decisione della BCE di questa settimana potrebbe segnare un punto di svolta per le imprese italiane, ma l’esito rimane incerto.

La politica monetaria si trova di fronte a un bivio: favorire il rilancio dell’economia o mantenere un approccio prudente per scongiurare nuovi rischi inflazionistici. Per le imprese italiane, il taglio dei tassi rappresenterebbe una speranza concreta per invertire la rotta, ma sarà fondamentale accompagnare eventuali misure della BCE con politiche industriali e fiscali mirate a sostenere gli investimenti e a rafforzare la resilienza del sistema produttivo.
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