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Montepaschi e il risiko bancario: una mossa azzardata o strategia vincente?

- di: Bruno Coletta
 
Montepaschi e il risiko bancario: una mossa azzardata o strategia vincente?
Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) torna protagonista nel risiko bancario italiano, ma il suo ruolo rimane ambiguo: è davvero un attore centrale o rischia di rimanere ai margini delle grandi manovre? Il recente tentativo di scalata su Mediobanca ha acceso i riflettori su una banca che, dopo anni di difficoltà, cerca di ritagliarsi uno spazio strategico. Tuttavia, l’operazione ha sollevato più dubbi che certezze, mettendo in luce i delicati equilibri del settore.

L’Ops su Mediobanca: un’operazione sbagliata?
Il 24 gennaio 2025, MPS ha lanciato un’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) su Mediobanca, valutata 13,3 miliardi di euro. L’obiettivo? Creare un polo finanziario più competitivo, sfruttando le sinergie tra una banca commerciale con profonde radici come MPS e una banca d’affari con un portafoglio diversificato come Mediobanca.
Ma l’operazione è stata respinta dal board di Mediobanca, che l’ha definita “non concordata e fortemente distruttiva di valore”. Anche il patto di consultazione tra gli azionisti di Mediobanca, che controlla l’11,6% del capitale, ha ribadito l’inadeguatezza dell’offerta. Il messaggio è chiaro: MPS ha provato una mossa azzardata senza il consenso necessario, e il mercato non l’ha accolta con entusiasmo.

Montepaschi: un attore centrale o un comprimario?
Il tentativo di scalata su Mediobanca evidenzia l’ambizione di MPS di uscire dalla sua tradizionale posizione periferica e guadagnare un ruolo più influente nel settore bancario italiano. Ma la realtà è più complessa.
Negli ultimi anni, il governo italiano ha cercato di rafforzare MPS dopo il salvataggio pubblico, trovandole un ruolo più definito nel sistema bancario. Tuttavia, rispetto a giganti come Intesa Sanpaolo e UniCredit, la banca senese appare ancora fragile. La sua Ops su Mediobanca sembrava più un tentativo di forzare la mano che una reale operazione strategica ben strutturata.
Nel frattempo, il settore è in fermento: BPER Banca ha annunciato un’offerta da 4,3 miliardi per Banca Popolare di Sondrio, consolidando la propria posizione e mostrando come le operazioni di M&A possano essere pianificate con maggior successo rispetto alla mossa di MPS.

Gli equilibri di potere: il ruolo di Caltagirone
Un altro tassello chiave nello scenario attuale è l’aumento della partecipazione di Francesco Gaetano Caltagirone in MPS fino all’8%. Il magnate italiano ha già dimostrato di avere una visione chiara sul settore finanziario, avendo giocato un ruolo di primo piano anche in Generali. Il suo ingresso rafforza l’ipotesi che MPS possa diventare uno strumento di consolidamento, magari con altre fusioni o acquisizioni.
Se Caltagirone ha un disegno strategico più ampio, allora MPS potrebbe non essere destinata a rimanere marginale. Tuttavia, resta il rischio che la banca senese diventi solo un veicolo per altri attori e non un protagonista autonomo del risiko bancario.

Quale futuro per MPS?
Montepaschi ha tentato un colpo grosso, ma la sua Ops su Mediobanca si è rivelata un passo sbagliati. Questo non significa che la banca non possa ancora giocare un ruolo nel risiko bancario, ma il suo destino dipenderà dalla capacità di costruire alleanze solide e di trovare un partner strategico che ne valorizzi le potenzialità.
Per ora, il suo ruolo resta ambiguo: un’aspirante protagonista che rischia di restare un semplice strumento nelle mani di giocatori più forti. La sfida per MPS sarà dimostrare di avere un piano credibile e sostenibile nel lungo termine.

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