“Le PMI italiane sono in un passaggio storico cruciale nel loro percorso di crescita e sviluppo. Un cammino che sempre più necessita di rafforzare il capitale, per cui poter accedere ai mercati è ormai un bisogno quasi indispensabile”. Con queste parole Andrea Ragaini, vice-direttore generale di Banca Generali, spiega in sintesi la filosofia dell’OPA annunciata da Banca Generali su Intermonte Partners SIM, boutique specializzata nell’investment banking e nel corporate advisory per le piccole e medie imprese. Gli obiettivi e le ambizioni sono il potenziamento dei servizi corporate e d’investment banking, per accompagnare gli imprenditori in un percorso che allarghi il concetto di protezione del patrimonio nel tempo anche all’impresa. Con questa azione la terza private bank italiana punta a rafforzare ancora di più la relazione di fiducia con i clienti imprenditori, sviluppando ulteriormente la propria capacità di affiancarli nella tutela delle esigenze delle loro aziende, oltre che delle loro famiglie. La banca del Leone vuole così coprire a 360 gradi tutta la catena del valore del valore delle risposte alle sfide d’impresa, come la digitalizzazione, la transizione sostenibile e la ricerca di partnership.
Banca Generali con l’Opa su Intermonte raddoppia il valore per imprese e imprenditori
L’OPA su Intermonte si inserisce in questo contesto e “rappresenta la prima volta - spiega ancora Ragaini - in cui un operatore di wealth management sceglie di acquisire competenze di investment banking su base strutturale, così da rafforzare il proprio approccio olistico al protezione nel tempo del patrimonio dei clienti imprenditori. Con questi strumenti la relazione di fiducia dei banker con i loro clienti si cementa ancora di più lungo tutte le fasi della vita. Nel contesto attuale c’è sì bisogno di capitali per le imprese, ma anche di affiancare l’imprenditore nel momento in cui si devono affrontare scelte di governance, di passaggio generazionale e di innovazione. Crediamo che internalizzare alcune competenze possa rendere più solido ed efficiente tutto il progetto”, continua Ragaini.
L’operazione, annunciata lunedì 16 settembre, è amichevole e prevede un’offerta di 3,04 euro per tutte le azioni Intermonte, un prezzo che incorpora un premio del 24% sulla media del titolo degli ultimi 3 mesi. Obiettivo il delisting della Sim la sua integrazione nel gruppo bancario. Banca Generali si è già assicurata l'adesione dei soci storici di Intermonte, che possiedono il 52% delle azioni in circolazione. Al 24 settembre, le adesioni erano ulteriormente aumentate al 69% del totale.
“Grazie alla complementarità dei modelli di business di Intermonte e di Banca Generali potremo rafforzare e allargare l’offerta verso imprenditori e Pmi, in modo significativo, con servizi di eccellenza, fondati su oltre 30 anni di esperienza riconosciuta nell’investment banking e nel corporate advisory. Un bagaglio di competenze che rafforza una relazione che negli ultimi due anni ci ha già portato ad accompagnare oltre 600 aziende in un percorso di valorizzazione del patrimonio d’impresa”, spiega ancora Ragaini.
Banca Generali già da anni ha costruito un sistema aperto di advisory per affiancare le famiglie imprenditoriali e le loro aziende mettendole in contatto con i migliori fornitori di servizi e soluzioni, per dare loro i migliori strumenti per affrontare le opportunità dei momenti di discontinuità aziendale, e accrescerne la competitività sul mercato dei capitali.
La complementarietà del modello di business di Intermonte con quello di Banca Generali passerà anche dalla valorizzazione delle competenze distintive nel brokerage della sala di negoziazione, con particolare riferimento alla componente equity ed ETF, creando un valore aggiunto nell’attività relativa al risparmio amministrato, a vantaggio dei clienti e delle loro famiglie.
La probabile acquisizione di Intermonte apre la strada a un nuovo Piano strategico triennale da presentare alla comunità finanziaria la prossima primavera, con nuovi segmenti di mercato e linee di business aggiuntive.
Dopo l’operazione, in caso di successo dell’Opa, Intermonte e i suoi manager continuerebbero a fare business in maniera indipendente, ma con alle spalle la forza di un gruppo bancario che conta 2.300 banker sul territorio, oltre 100 miliardi di masse in gestione, circa 2 mila clienti imprenditori e il brand del Leone, sinonimo di protezione da quasi 200 anni.