Crisi automotive senza fine. Ora a licenziare è Bosch, via 5.500 dipendenti

- di: Redazione
 
La crisi dell’automotive si allarga sempre più e ha il suo epicentro in Germania. Dopo Volkswagen (taglio dei costi da 5 miliardi di euro, con la possibilità che vengano chiusi tre stabilimenti in Germania) e Mercedes-Benz (piano di riduzione dei costi pluriennale dopo il crollo degli utili nel III trimestre 2024), stavolta ad annunciare licenziamenti è Bosch, il più grande fornitore di ricambi per auto.

I licenziamenti previsti sono 5.500, in maggioranza in Germania. Si tratta non di licenziamenti immediati, ma di un piano di tagli da concretizzare nei prossimi anni.

Bosch ha specificato le divisioni gli stabilimenti che saranno coinvolti dal piano. Entro la fine del 2027 saranno 3.500 i licenziamenti nella divisione dedicato soluzioni informatiche cross-domain. La metà riguarderanno le fabbriche in Germania. L'azienda tedesca ha spiegato tale decisione con la debole domanda di sistemi di assistenza alla guida intelligente e soluzioni per la guida automatizzata. Circa 750 posti di lavoro saranno tagliati entro il 2032 nel suo stabilimento tedesco di Hildesheim: 600 di questi licenziamenti arriveranno entro la fine del 2026. Infine, annunciati tagli al personale – fino a 1.300 posizioni tra il 2027 e il 2030 – della divisione di sistemi di sterzo nella fabbrica di Schwaebisch Gmuend, vicino a Stoccarda.

Sulle barricate i sindacati. IG Metall, il sindacato più forte dei metalmeccanici tedeschi, è netto: “Ora organizzeremo la nostra resistenza a questi piani a tutti i livelli

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