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Volkswagen rilancia in Cina: venti modelli low cost nel 2026

- di: Jole Rosati
 
Volkswagen rilancia in Cina: venti modelli low cost nel 2026
Volkswagen rilancia in Cina: venti modelli low cost nel 2026
Strategia “in China for China”, chip propri con Horizon Robotics, taglio dei costi fino alla metà e nuovi servizi in auto: Wolfsburg corre per riconquistare il suo mercato più feroce.

(Foto: Ralf Brandstätter, responsabile del gruppo Volkswagen in Cina).

Nel mercato più competitivo del pianeta, Volkswagen prepara un controsorpasso. Il gruppo tedesco ha messo in fila una cura d’urto per la Cina: venti nuovi modelli dal 2026, una piattaforma locale per auto elettrificate a costo radicalmente più basso e — soprattutto — un cervello elettronico “made in China” sviluppato insieme a Horizon Robotics. Tradotto: progettazione in loco, fornitori in loco, software in loco. L’obiettivo è rompere il circolo vizioso di prezzi in caduta e quote in ritirata, riallineando i prodotti agli standard di un cliente che vive l’auto come smart device su ruote.

Perché la Cina decide tutto

La Cina è ancora il primo mercato per il gruppo, ma non perdona. Tra il 2018 e il 2024 le consegne sono scese, mentre marchi locali come BYD sono esplosi grazie a ibridi ed elettriche accessibili. Per Wolfsburg la priorità è riconquistare velocità di sviluppo e qualità percepita nelle funzionalità digitali — infotainment, assistenza alla guida, aggiornamenti OTA — dove i concorrenti cinesi hanno accelerato. Ralf Brandstätter, responsabile del gruppo Volkswagen in Cina, lo ha ribadito più volte: “La partita in Cina si vince con prodotti e servizi disegnati per questo ecosistema”.

Il chip che cambia la partita

Il segnale più potente è arrivato a Shanghai: Volkswagen ha annunciato il suo primo System-on-Chip progettato in Cina dal JV Carizon (CARIAD + Horizon Robotics). È il “cervello” che fonderà i dati di telecamere e sensori per le funzioni di ADAS e guida automatizzata, con potenza di calcolo nell’ordine delle centinaia di TOPS. Il traguardo industriale è in tre-cinque anni, con impiego prioritario sulla gamma destinata al mercato cinese. Significa meno dipendenza da fornitori esterni e maggiore integrazione verticale su software e hardware critici.

Prezzo, ma non solo prezzo

La ricetta del “low cost intelligente” non è semplice sconto. La nuova piattaforma locale promette tagli di costo fino al 40-50% rispetto a soluzioni precedenti, grazie a standardizzazione, componentistica domestica e supply chain corta. Questo margine serve a presidiare i segmenti d’ingresso senza sacrificare interfacce, servizi in abbonamento e app di bordo — il vero campo dove si crea fedeltà. In parallelo prosegue la collaborazione con Xpeng per architetture elettroniche più flessibili, così da accorciare il time-to-market.

L’auto come salotto digitale

La prossima generazione di modelli Volkswagen dovrà offrire l’auto come spazio di lavoro e intrattenimento, con social, streaming e collaborazione integrata durante la guida automatizzata (quando consentita). Come sintetizza Yu Kai (Horizon Robotics): “L’auto diventa un’estensione del salotto: ci si lavora, si chatta, si guarda un film” (Yu Kai).

Governance e continuità

Sul fronte della governance, la rotta è chiara: Oliver Blume resta alla guida del gruppo e dal 1° gennaio 2026 passerà il testimone in Porsche a Michael Leiters, concentrandosi così sul dossier Volkswagen. Un messaggio di continuità proprio mentre si lanciano piattaforme, chip e collaborazioni locali.

La sfida dei prossimi 18 mesi

Il 2026 è dietro l’angolo. Prima che quei 20 modelli arrivino in massa, Volkswagen dovrà resistere nel pieno della stagione degli sconti EV e al tempo stesso rispettare i target di CO₂ europei con una gamma che in Europa cresce mentre in Cina cambia pelle. Tradotto: ottimizzare le capex, spingere i ricavi ricorrenti (software, servizi connessi) e capitalizzare il boost di immagine di un chip proprietario sviluppato nel cuore del mercato che detta lo standard globale.

Cosa osservare per misurare il rilancio

  • Tempo di sviluppo delle funzioni smart (mesi, non anni).
  • Take-rate dei pacchetti software a pagamento.
  • Margini sui modelli d’ingresso grazie alla piattaforma locale.

Nota: i discorsi diretti sono riportati tra virgolette tipografiche e attribuiti, come da prassi.

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