Autorizzare le assemblee societarie non in presenza fa a pezzi la democrazia

- di: Redazione
 
Se qualcuno vi chiedesse qual è, a vostro giudizio, il luogo dove la sacralità della democrazia trova la sua massima espressione, quasi tutti rispondereste facendo riferimento all'assemblea che, se rispecchia tutti i canoni, le regole, le norme, persino le leggi, è tale perché consente a ciascuno di esprimere le proprie idee, di fare le proprie proposte oppure di dissentire, facendo gli altri partecipi delle proprie perplessità. Sì, forse la stiamo prendendo alla lontana, ma parlare di democrazia violata ci sembra il minimo quando apprendiamo che le assemblee societarie potranno continuare a tenersi con modalità a distanza fino al prossimo 31 luglio, ovvero con le stesse modalità decise e fatte rispettare quando la pandemia era un oggettivo ostacolo alla tenuta di riunioni, di qualsiasi tipo, perché ritenute terreno favorevole per l'espandersi del virus.

Autorizzare le assemblee societarie non in presenza fa a pezzi la democrazia

Se all'epoca c'era una ragione, sostenuta in prima battuta dai virologi (in questo confortati da studi e ricerche e dalle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità), oggi sinceramente ce ne sfugge la giustificazione, tenuto conto che la curva epidemiologica si è andata appiattendo per effetto delle campagne vaccinali, che hanno rallentato la corsa dei contagi. Eppure, è stato deciso di allungare l'efficacia del primo decreto sino alla fine di luglio, ovvero quando le assemblee delle società tradizionalmente si tengono. Una decisione che appare strana considerato che i partiti che oggi formano la coalizione di governo, quando erano all'opposizione, manifestavano quotidianamente la loro opposizione a misure limitative delle libertà personali. Oggi forse quelle libertà personali che si difendevano all'epoca di vaccini, confinamenti, mascherine e quarantene sono improvvisamente diventate meno importanti, qualcosa su cui non spendersi troppo. Insomma, ''scurdammoce o passato'' e con esso le promesse.

Ora, il nostro discorso, che potrebbe apparire circoscritto agli azionisti (parliamo dei piccoli, di quelli che rischiano di tasca propria), è invece più ampio perché la proroga sembra non tenere conto non solo della situazione sanitaria del Paese, ma anche se fatto che si è deciso di perpetrare una condizione emergenziale che oggettivamente sembra senza una spiegazione logica (a meno che non si voglia fare della dietrologia semplicistica, come, ad esempio, pensare al peso dei grandi gruppi economico-finanziari).
Ma il dato di tutta evidenza è che, ancora quest'anno, le assemblee - per le quali è comunque previsto che si possano seguire via telematica - saranno silenziate, nel caso di un mai escludibile dissenso. Perché è chiaro, anzi chiarissimo che seguire i lavori assembleari (gestiti dai vertici delle società, attraverso le persone delegati a presiederli) in modalità da remoto impedisce di cogliere l'essenza di occasioni del genere, quali sono ad esempio i piccoli gesti o, per dirla tutta, la possibilità di intervenire anche solo sulla base di una sensazione o di un atteggiamento irridente.
Impedire ancora una volta che gli azionisti vivano, in presenza, le dinamiche delle assemblee non è, quindi, solo un fatto meramente tecnico od organizzativo, ma un semplice attentato al principio di rappresentanza e di intervento che deve essere garantito, per come lo è da statuto, anche a chi ha poche azioni, che però ha comprato e quindi lo pone su un piano di eguaglianza rispetto ai titolari di grossi pacchetti. Perché se la democrazia è essenzialmente rappresentanza, tutti hanno diritto a goderne.

Fatte salve tutte le norme a tutela della salute pubblica, resta da capire perché questa cautela sia stata riservata esclusivamente alle assemblee societarie, che sarebbero quindi l'ultimo caso concreto di misure sanitarie nel Paese, dal momento che, se lo si vuole, si possono frequentare (magari indossando ancora, ma solo come scelta personale, delle mascherine) stadi, cinema, teatri, discoteche, musei, aree pedonali e ci fermiamo qui, non volendo tediare.
Ma per le assemblee societarie resta la luce rossa, ad eccezione del ''Rappresentante designato'', misure mitologica metà azionista, metà.. forse è il caso di fermarsi.
Italia Informa (basta guardare i nostri archivi) si è sempre detta, finita l'emergenza sanitaria, contraria a questa misura e continuerà ad esserlo perché qui non è in gioco solo il diritto di un azionista di discutere anche del suo portafoglio. Il gioco c'è la possibilità che i vertici di una società facciano e disfacciano a loro piacimento, davanti a poltrone vuote, senza che nessuno alzi la mano per dire anche solo ''non è chiaro. Lo volete spiegare, questa volta chiaramente?''.
Tags: economia
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