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Assegno unico per figli a carico da gennaio: come funziona?

- di: Redazione
 
Assegno unico per figli a carico da gennaio: come funziona?
Il provvedimento dell'assegno unico per i figli a carico, studiato dal Governo con il chiaro obiettivo di aiutare le famiglie italiane e favorire la crescita delle nascite, è stato approvato a Montecitorio alla fine di luglio e adesso si attende l'approvazione del Senato.

Nonostante ci siano ancora dei dubbi per quanto riguarda la copertura (dei 26 miliardi di euro che dovranno finanziarlo, ne mancano circa 10 che potrebbero arrivare dai fondi del Recovery Fund oppure potrebbero rientrare nel conteggio annuale della legge di Bilancio prevista per il 2021) si attende comunque il via libera dalla commissione Lavoro del Senato, con il Governo che spinge per anticipare l'operatività dell'erogazione già per il gennaio del 2021.

Aspettando l'ok in Senato e gli altri decreti attuativi che daranno il definitivo semaforo verde, è bene fare chiarezza su cosa sia l'assegno unico universale per i figli a carico, cioè un aiuto economico per ogni figlio in un nucleo familiare che partirà dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età (con l'ammontare che potrà essere assegnato direttamente al figlio o alla figlia dalla maggiore età in modo da favorirne l'autonomia).

L'importo varierà a seconda della fascia di reddito dei genitori e potrà essere erogato come assegno ricevuto ogni mese oppure credito di imposta a seconda della volontà dei riceventi, andando a inglobare tutti quanti gli altri aiuti per le famiglie precedentemente previsti come bonus bebè, premio nascita e le detrazioni Irpef che di fatto spariranno.

A beneficiare dell'assegno saranno tutti i cittadini italiani con figli a carico, sia comunitari che extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno valido da almeno un anno. Oltre a questo ci sarà l'obbligo del pagamento di imposta sul reddito nel territorio italiano oltre alla residenze e il domicilio nel nostro paese, anche periodo di residenza non continuativo di almeno due anni.
La somma dovrebbe variare dai 200 ai 250 euro ma tutto dipenderà dalla riforma fiscale, con possibili maggiorazioni per chi ha una famiglia numerosa (quindi oltre il terzo figlio) oppure ha figli che soffrono di disabilità.
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