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Asia incerta, Europa ci prova: l’oro corre, l’euro tiene il fiato

- di: Matteo Borrelli
 
Asia incerta, Europa ci prova: l’oro corre, l’euro tiene il fiato
Tokyo regge, Seul crolla, Mumbai in lieve calo. Valute nervose, petrolio stabile, oro in fuga. Dazi e inflazione spingono al rialzo i futures europei.

Mercati asiatici in altalena tra Tokyo e Giacarta

Le Borse asiatiche archiviano la seduta notturna con segnali contrastanti. A Tokyo, il Nikkei 225 guadagna lo 0,43%, sostenuto dal recupero dei titoli tecnologici, mentre Seoul accusa un brusco scivolone: il Kospi perde lo 0,83%, penalizzato dalle vendite su chip e auto. Anche Sydney non tiene: l’indice S&P/ASX 200 chiude con un tonfo dello 0,84%, appesantito dai dati negativi sul settore energetico.

In Cina, il listino principale di Shanghai arretra dello 0,22%, stesso destino per l’indice Dow Jones Shanghai, mentre lo Shenzhen Component riesce a strappare un +0,10%. Male anche il China A50, che scivola dello 0,44%. In leggera risalita l’Hang Seng di Hong Kong (+0,16%), grazie a un rimbalzo dei titoli immobiliari dopo le parole rassicuranti del ministro delle Finanze cinese sui sostegni al settore.

A Taiwan si registra una perdita marcata dello 0,60%, mentre Giacarta è tra le poche piazze in positivo: l’IDX Composite cresce dello 0,60%, favorita dal boom di investimenti nel comparto minerario. Lieve rosso per Mumbai: il BSE Sensex cede lo 0,14%, mentre il Nifty 50 scivola dello 0,25%. In controtendenza il Vietnam: il VN30 sale dello 0,17%, spinto dai consumi interni.

Valute nervose: euro-dollaro sull’altalena in attesa del CPI USA

Sul fronte valutario, il cambio euro-dollaro si mantiene intorno a quota 1,1665, in attesa dei dati cruciali sull’inflazione statunitense. I mercati valutari si muovono con prudenza: il dollaro è salito ai massimi delle ultime tre settimane, sostenuto da rendimenti obbligazionari più alti e dal crescente scetticismo su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.

“Il bias di breve resta ribassista – spiega il report – ma la tenuta dei supporti potrebbe portare a sorprese rialziste in caso di un CPI inferiore alle attese”.

Oro in corsa, petrolio in equilibrio, gas più instabile

Le materie prime offrono un quadro misto. L’oro brilla, con un balzo dello 0,6% che porta il metallo giallo a 1.331 dollari l’oncia: la ricerca di porti sicuri in un contesto di instabilità geopolitica e tensioni commerciali spinge gli investitori verso asset protettivi.

Più stabile il petrolio. Il Brent galleggia poco sotto i 69 dollari al barile, con una variazione marginale positiva dello 0,2%. La domanda resta incerta, condizionata dai timori per un rallentamento globale e dai movimenti strategici dell’OPEC+.

Il gas naturale, invece, si mostra più nervoso. Complice il caldo che fatica a imporsi in Europa e le turbolenze tra Russia e Kazakistan sulle rotte di approvvigionamento, i prezzi oscillano, con pressioni al rialzo a livello continentale.

Futures europei in risalita: si guarda a Wall Street

I derivati sull’apertura delle principali Borse europee segnalano un moderato ottimismo. Il future sull’Euro Stoxx 50 sale dello 0,3%, confermando l’intenzione degli investitori di tentare un rimbalzo dopo i recenti scivoloni legati ai dazi americani. Stesso progresso per il DAX tedesco, mentre il future sul FTSE 100 londinese appare più cauto, oscillando intorno alla parità.

Il sentiment resta legato a doppio filo ai dati macroeconomici in arrivo dagli Stati Uniti. Se l’inflazione dovesse risultare più bassa delle attese, il mercato potrebbe rafforzare la scommessa su un allentamento della politica monetaria entro l’autunno.

Trump, dazi e Fed: i tre fronti caldi

A pesare sullo sfondo c’è il doppio nodo dell’inflazione americana e della guerra commerciale in atto. Il presidente Trump ha dichiarato il 15 luglio da Miami che “i consumatori non stanno pagando l’inflazione, quindi non c’è motivo per la Fed di restare ferma: deve tagliare i tassi”. Una frase che ha immediatamente infiammato il mercato obbligazionario e spinto gli analisti a rivalutare le prossime mosse di Powell.

Nel frattempo, le tensioni con l’Europa restano vive: Bruxelles sta valutando una risposta ai nuovi dazi USA su auto e acciaio, mentre le indiscrezioni sulle possibili contromisure digitali – in primis sui colossi Big Tech – alimentano l’incertezza tra gli investitori.

Il punto degli analisti

Per gli strategist di Reuters Markets Wrap, “le Borse asiatiche hanno mostrato un andamento misto in un contesto di attesa e moderato sollievo. Il dollaro resta forte, ma l’oro guadagna slancio come rifugio alternativo”.

Dal fronte australiano, ABC Finance segnala che l’ASX ha ceduto terreno “scontando il timore che i prezzi al consumo negli Stati Uniti possano restare troppo elevati troppo a lungo, spingendo la Fed a rimandare ogni taglio”.

Infine, ForexCrunch rilancia la possibilità che la giornata si chiuda in territorio positivo per le Borse europee “se Wall Street aprirà con convinzione dopo i dati. In caso contrario, si tornerà rapidamente al risk-off”.

L’Europa guarda l’America, aspettando segnali

In attesa dell’inflazione americana, i mercati restano in bilico. L’Asia chiude senza direzione chiara, ma i futures europei scommettono su un’apertura positiva. A fare la differenza sarà la reazione di Wall Street ai numeri macro: se gli USA mostreranno un raffreddamento dei prezzi, potrebbe aprirsi una finestra di tregua sui mercati.

Ma l’equilibrio è fragile: bastano una frase di troppo di Trump o un dato fuori linea per ribaltare lo scenario. L’unica certezza, al momento, è l’oro. E la pazienza.


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