Germania e Gran Bretagna avvertono i propri cittadini: Arresti molto facili nonostante il visto regolare, attenti ai viaggi in Usa
- di: Marta Giannoni

Negli ultimi tempi diversi cittadini europei hanno affrontato detenzioni e respingimenti alle frontiere statunitensi, nonostante fossero in possesso di visti regolari o autorizzazioni ESTA. Questi episodi hanno spinto i governi di Germania e Gran Bretagna a emettere avvisi ufficiali, aggiornando le raccomandazioni di viaggio per chi intende recarsi negli Stati Uniti.
Casi recenti di detenzione
Tra i casi più eclatanti, quello di Fabian Schmidt, un cittadino tedesco di 34 anni con Green Card, detenuto all’aeroporto di Boston lo scorso 7 marzo al rientro da un viaggio in Lussemburgo. Schmidt è ancora in un centro di detenzione nel Rhode Island, senza che siano state formalizzate accuse specifiche. Sua madre, Astrid Senior, ha denunciato le condizioni di detenzione del figlio, privato dei farmaci per l’ansia e sottoposto a un trattamento che ne ha aggravato le condizioni di salute.
Un altro caso riguarda Jessica Brösche, una tatuatrice berlinese di 29 anni, fermata al confine con il Messico a gennaio. Brösche è stata detenuta per 46 giorni, sospettata di voler lavorare illegalmente negli Stati Uniti, nonostante avesse negato qualsiasi intento di questo tipo.
Anche Lucas Sielaff, un 25enne tedesco, è stato trattenuto per 16 giorni dopo essere stato fermato al confine messicano mentre rientrava dagli Stati Uniti con la fidanzata americana. Sielaff ha raccontato di essere stato ammanettato e portato in un centro di detenzione senza possibilità di spiegare il malinteso nato da una sua difficoltà con l’inglese.
Avvisi ufficiali di Germania e Gran Bretagna
Il ministero degli Esteri tedesco ha aggiornato le sue raccomandazioni di viaggio martedì scorso, sottolineando che “l’approvazione tramite il sistema ESTA o il possesso di un visto non garantiscono automaticamente l’ingresso negli Stati Uniti”. Un portavoce ha dichiarato: “La decisione finale sull’ingresso di una persona spetta alle autorità di frontiera statunitensi”.
Anche il Regno Unito ha rivisto i suoi consigli di viaggio, aggiornati il 14 marzo. Il Foreign Office avverte che “chi viola le regole di ingresso potrebbe essere soggetto ad arresto o detenzione”. Una versione precedente della stessa pagina, risalente a febbraio, non includeva questa specifica.
Preoccupazioni per la libertà accademica e di espressione
Non solo turisti: anche ricercatori e accademici hanno subito conseguenze. Un caso emblematico è quello di un ricercatore francese specializzato in studi spaziali, a cui è stato negato l’ingresso negli Stati Uniti questo mese. Secondo Philippe Baptiste, ministro francese dell’Istruzione superiore e della Ricerca, il ricercatore è stato respinto per alcuni messaggi critici verso l’amministrazione Trump trovati sul suo smartphone. “Libertà di opinione, ricerca libera e libertà accademica sono valori che continueremo a difendere con orgoglio”, ha dichiarato Baptiste in un comunicato.
Dichiarazioni e reazioni
Pedro Rios, direttore di un’associazione che assiste i migranti negli Stati Uniti, ha commentato: “Sono molto inusuali questi casi tutti insieme. Le ragioni per arrestare queste persone non hanno senso […] né giustificano condizioni abominevoli. L’unica ragione che vedo è una molto più accesa atmosfera anti-migranti”.
Anche Jasmine Mooney, un’imprenditrice canadese, ha raccontato la sua esperienza di detenzione al confine di San Diego. “Non c’è stata alcuna spiegazione, nessun avvertimento. Un momento prima ero in un ufficio immigrazione parlando con un funzionario del mio visto di lavoro, il momento successivo sono stata trattata come una criminale”, ha scritto su The Guardian.
Il contesto politico
Questi episodi si inseriscono nel contesto delle politiche di immigrazione più restrittive adottate dall’amministrazione Trump, che ha rafforzato i controlli alle frontiere e le procedure di verifica dei visti. Secondo il New York Times, “nelle ultime settimane, una serie di visitatori internazionali si sono visti negare l’ingresso, portando alla loro deportazione o a giorni, se non settimane, di detenzione”.
Cosa aspettarsi alle frontiere statunitensi
La legge statunitense autorizza gli agenti a ispezionare i beni delle persone al loro arrivo, compresi dispositivi elettronici come smartphone e laptop. Tuttavia, non sempre è garantita l’assistenza legale durante questi controlli.
Con l’aumento dei casi di detenzione, molti potenziali turisti, ricercatori e artisti stanno rimandando i loro viaggi negli Stati Uniti, temendo di essere sottoposti a trattamenti simili.