Fondazione Arena di Verona, svolta social: le campagne web vendono biglietti per 4,5 milioni

- di: Barbara Bizzarri
 
Il forte investimento nel digital marketing della storica Fondazione Arena di Verona è stato premiato da una crescita del 10% degli incassi attraverso le campagne web e social che hanno raggiunto 40 milioni di utenti, grazie alla collaborazione con l’agenzia internazionale Making Science, partner della Fondazione stessa dal 2022.

Fondazione Arena di Verona, svolta social: le campagne web vendono biglietti per 4,5 milioni

Una scommessa vinta con una strategia che si è rivelata premiante: infatti, su Facebook la community sfiora il mezzo milione, su Instagram è arrivata a 70mila e anche YouTube e Twitter registrano numeri significativi: l’Arena di Verona Opera Festival festeggia quest’anno in grande stile l’edizione numero 100, e continua a perseguire l’innovazione per disegnare una proposta capace di parlare i linguaggi del nuovo millennio e intercettare anche le giovani generazioni.

In vista della centesima stagione, che si aprirà con l’Aida trasmessa in mondovisione il prossimo 16 giugno e propone un calendario di 50 serate, le campagne social e web sono già partite da diverse settimane, con l’obiettivo di eguagliare o superare i risultati record ottenuti nel 2022, quando, grazie anche alla collaborazione con Making Science, i canali social Instagram e Facebook hanno consentito di raggiungere 40 milioni di utenti con 210 milioni di visualizzazioni per 1,6 milioni di clic e i contenuti video realizzati sono stati visualizzati per oltre 25 mila minuti complessivi, pari a circa 3 anni di video.

«Il nostro Festival lirico – spiega Andrea Compagnucci, Direttore Marketing della Fondazione Arena di Verona – è l’unico capace di tenere insieme il turista culturale interessato non tanto all’opera di cui è un fruitore saltuario ma all’esperienza nel ‘luogo più italiano sulla Terra’ e il melomane che sceglie lo spettacolo in base al regista o ai nomi in scena e che nelle settimane precedenti si informa su ogni dettaglio. Un pubblico molto più eterogeneo, e con un’età media più bassa, rispetto a quello degli altri teatri e festival d’opera. Ecco che all'investimento in campagne mirate con contenuti multilingua, con un forte aumento del budget sui paesi esteri rispetto al 2021, si affianca la scelta di parlare a target molto diversificati».

«Raggiungere contesti geografici così diversi – aggiunge Victor Vassallo, managing director di Making Science Italia – rappresenta una sfida nella sfida. Il confronto dei nostri esperti tech e digital con lo staff di Fondazione Arena è costante, per modulare le campagne in modo da intercettare nuovi pubblici e nuovi contesti e trovare i linguaggi e i canali giusti per ognuno. Un obiettivo che perseguiamo con un approccio data driven, perché l’analisi e la lettura dei dati attraverso strumenti avanzati ci consente di orientare e riorientare continuamente le strategie».

Positiva anche la risposta ottenuta dalle campagne SEM per ottimizzare il posizionamento su Google, con un indice ROI di 10,1. Numeri che si sono tradotti in un incasso di 4,5 milioni di euro per quanto riguarda i biglietti venduti grazie alle campagne social e web, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente: gli introiti derivanti dai ticket staccati da utenti raggiunti attraverso questi canali raggiungono ormai il 17% del totale.

I social, che riuniscono una community di oltre 600 mila utenti, non sono solo gli strumenti per offrire le informazioni sugli spettacoli in scena, ma ospitano un racconto articolato frutto di un piano editoriale che propone, a seconda dei canali, gli scatti del “dietro le quinte” degli spettacoli, ad esempio, per mostrare il lavoro degli artigiani al lavoro per preparare le scenografie o i costumi, i contenuti dedicati alla scoperta del territorio, le curiosità e altro ancora.

Un’altra sfida è rappresentata dalla forte vocazione internazionale del Festival, con il 57,7% del suo pubblico proveniente nel 2022 da ben 114 diversi Paesi del mondo. La ripresa del turismo, dopo il difficile biennio segnato dalla pandemia, ha consentito lo scorso anno il ritorno degli spettatori tradizionalmente legati al Festival veronese, con in testa il pubblico tedesco (21,8%), quello inglese (5,1%), austriaco (4%), francese (3,3%) e svizzero (3,3%). Seguono con risultati rilevanti anche gli spettatori da Olanda, Spagna, Stati Uniti, Romania e Belgio.

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