Arcadia Yachts

- di: Claudia Loizzi
 

Il Gruppo, nato nel 2008, cresce e ha già imposto nuovo life style nello yachting.
Parla l’Amministratore unico Ugo Pellegrino.

 

Arcadia Yachts, Gruppo nato nel 2008 con un investimento iniziale di 30 milioni di euro, in pochi anni è riuscito ad affermare sul mercato un ‘concept’ di prodotto totalmente nuovo ed è una delle realtà più attive nel panorama dello yachting internazionale. Arcadia Yacht ha rivoluzionato molti aspetti dello yachting, con modelli concepiti ponendo l’uomo al centro, in spazi senza soluzione di continuità in cui riscoprire un vero contatto con la natura (aver scelto la denominazione Arcadia non è certo casuale). Quali sono state le intuizioni iniziali che l’hanno portato a creare questa realtà che vanta modelli di grande successo e un moderno cantiere sempre più simbolo della nautica dell’area di Capri e Sorrento, con un impianto di 47mila metri quadrati, dove artigianato, moderne tecnologie, attenzione al dettaglio e all’ambiente circostante sono perfettamente integrati tra loro? 
All’avvio di questa avventura abbiamo cercato di guardare oltre la nautica dell’epoca (2007) tendenzialmente focalizzata su prodotti molto filanti nelle linee e molto veloci a discapito però di confort in navigazione (in termini di socialità e facilità di movimento) e di grossi consumi. Noi volevamo realizzare qualcosa di più umano, di più vicino ad un modo di andare per mare che consentisse di godere del panorama circostante, dei profumi della natura e soprattutto di permettere agli ospiti di potersi aggregare sempre e godere anche assieme il piacere della navigazione. A questi ingredienti abbiamo anche aggiunto elementi che potessere permettere di rendere il modo di andare per mare dei nostri clienti il più eco possibile… anche questo un concetto estremamente innovativo per l’epoca.

Arcadia Yachts nasce quando gli anni d’oro 2000-2008 della produzione nautica cessano e, con l’arrivo della grande recessione, il settore piomba in una crisi molto grave, dalla quale ha cominciato a uscire intorno al 2015. Eppure, nel peggior momento storico della nautica da diporto, siete riusciti a costruire e vendere oltre venti unità in Europa, America e Asia. Traguardi che pochi cantieri al mondo possono vantare nella propria storia. Come avete fatto, quali ingredienti della vostra offerta hanno funzionato di più?
In realtà in questi anni le barche vendute e consegnate sono circa 30…. La nostra proposta è risultata vincente perché diversa, perché eravamo sul mercato con una proposta davvero particolare… Se volevi un’ ARCADIA potevi venire solo da NOI, non c’erano prodotti alternativi come invece capita con tutti quelli che possiamo ritenere mainstream dove invece la concorrenza era molto più forte e per qualche anno prevalentemente basata sul prezzo.

Dal 2017 avete un mantra, quello della Yachting Renaissance, che si basa sulla centralizzazione della figura dell’armatore, sulla creazione degli spazi che lo avvolgano e gli permettano di vivere pienamente la natura che lo circonda. L’idea è di partire dall’Armatore e dall’uso che farà dell’imbarcazione, non dalla forma dello scafo. Può declinarci più a fondo alcuni contenuti specifici dello ‘Yachting Renaissance’?
Per noi YACHTING RENAISSANCE è da interpretare in modo analogo al rinascimento culturale avvenuto nel medio evo. E’ un vero e proprio modo diverso di vivere lo yachting, per certi versi in opposizione a ciò che c’era fino a quel momento e da lungo tempo. Secondo il nostro modo di vedere l’andar per mare, lo yachting vuol dire ricongiungersi con e rispettare la natura, passare del tempo di grandissima qualità con i propri cari e soprattutto staccare dal mondo, andare a una velocità, un ritmo più “umani” e non a quelli a cui siamo sottoposti nell’epoca di internet e dell’iper-connessione veloce. Nel 2008 la nautica era focalizzata su velocità e linee filanti che da un lato permettevano trasferimenti rapidi, ma dall’altro richiedevano molta attenzione (soprattutto agli ospiti) in navigazione e la necessità di avere vari spazi di dimensione contenuta per la convivialità. Noi abbiamo ribaltato questa visione. Le nostre barche da subito si sono presentate con ambienti tali da permettere a tutti a bordo di riunirsi comodamente insieme e di vivere la navigazione come esperienza di contatto con la natura, come momento di piacere e non come un trasferimento semmai faticoso in termini di attenzione e di rumore.

Qual è la gamma di modelli che avete oggi sul mercato o che state per far debuttare? In particolare, c’è molta attesa per lo scafo #3 dell’Arcadia A105, che si presenta molto diverso dallo scafo #2 svelato allo scorso Cannes Yachting Festival 2018 e che si è recentemente aggiudicato il World Superyacht Awards nella categoria “Semi-Displacement or Planing Motor Yachts 30m to 32.9m”. Tra le motivazioni che hanno portato alla scelta della giuria, la stretta connessione dell’A105 con il maree la grande attenzione all’ecosostenibilità evidenziata dalla presenza di pannelli solari ad alta efficienza. E poi il pluripremiato Sherpa, che è stato lanciato nel 2016 e ha immediatamente rivoluzionato il mercato. Qui, oggi l’attenzione è tutta per Sherpa XL, con il quale fate evolvere il concetto del ‘pocket megayacht’ su dimensioni maggiori, enfatizzando ulteriormente alcuni degli elementi di design tipici della gamma e al contempo introducendone di nuovi. Ci può offrire ulteriori dettagli?
Direi che le nostre barche, date le loro caratteristiche, sono difficilmente raccontabili, descrivibili… E’ necessario salirci a bordo per capirle davvero. Con A105-03 e con SHERPA XL continuiamo a evolvere il nostro concept e i valori fondamentali del nostro marchio.
A105-03 è un prodotto bellissimo realizzato da un’armatrice esperta che con noi è alla sua seconda imbarcazione. E’ stata per noi una bellissima costruzione perché ci ha permesso ancora una volta di entrare in contatto con lei e il suo entourage e mostrare quanto ARCADIA sia in grado di ascoltare e capire i propri clienti.
SHERPA XL invece è davvero un prodotto che farà nuovamente partita a se. E’ molto focalizzato sulla convivialità con l’area del main deck di circa 65mq e una sunlounge sul ponte superiore di circa 35mq. La barca è sempre utilizzabile in tutti i suoi spazi grazie alla scelta di realizzare un garage latrale per un tender di oltre 4 metri. In questo modo, oltre a un chiaro vantaggio estetico, la spiaggetta è immediatamente disponibile per entrare in acqua senza dover aspettare il tempo di completare le operazioni necessarie per sbarcare i toys e anche l’accesso in banchina risulta sempre semplice ed elegante

Il 2019 è iniziato molto bene per Arcadia Yachts, con ben dieci scafi in costruzione, per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro, nella rinnovata area produttiva del cantiere nel polo nautico del golfo di Sorrento. Ed è da evidenziare che Arcadia ha acquisito lo scorso anno il 21% della Marina di Torre Annunziata srl, sito produttivo e di alaggio e varo con darsena, portando così l’intera area dedicata alla produzione a superare appunto i 47mila metri quadrati. Quale è lo stato dell’arte a livello di produzione di ordini e quali sono le previsioni per il prossimo anno?
Dopo le consegne delle ultime settimane, in questo momento in cantiere abbiamo 6 barche in costruzione il che significa che il nostro ciclo produttivo si sta stabilizzando significativamente. Possiamo contare sempre più su una certa regolarità in particolare da quando la nostra gamma si è “infittita” nel 2016 con SHERPA, A85s e A100. Le nostre aspettative sono positive e abbiamo trattative in corso per tutti i modelli. Ci aspettiamo un grande interesse per SHERPA XL. La nostra volontà è però di restare un cantiere boutique. Noi non cerchiamo di fare troppi volumi, cerchiamo piuttosto di chiudere quei deal che siamo sicuri daranno soddisfazione a noi e agli armatori sia in termini economici, ma anche come esperienza assieme di costruzione.

Siete noti anche sul fronte della ‘Green efficiency’. Grazie alle carene sviluppate internamente, la navigazione su uno yacht Arcadia vanta un’efficienza in termini di consumi dal 15 al 40% rispetto ai concorrenti principali. In quest’ambito, offrite anche soluzioni ibride? Quale interesse c’è oggi per soluzioni ibride da parte degli armatori?
Continuiamo a cercare nuove soluzioni per ridurre l’impatto delle nostre barche sull’ambiente. Per noi l’ibrido è uno dei filoni da esplorare, ma a noi piace concentrarci su l’utilizzo di tecnologie che riducano gli sprechi. Ad esempio i nostri vetri sono realizzati in modo da garantire un differenziale termico di 18° tra superficie interna ed esterna, quindi possiamo ridurre notevolmente l’utilizzo dell’aria condizionata prevedendo alla base dei materiali speciali. Se poi a questo aggiungiamo che le nostre imbarcazioni sono dotate di grandissime aperture tali da permettere il passaggio di area naturale e fresca ecco che l’uso dell’aria condizionata è un ricordo degli uffici e sulla barca ci si gode la brezza marina… L’ibrido è un tema su cui tutti (costruttori e armatori) poniamo attenzione, ma che oggi non sembra essere pienamente utilizzabile almeno nelle dimensioni di nostra competenza.

Lei sottolinea spesso l’importanza dei nuovi mercati. Ha affermato che “lo sviluppo di nuovi mercati è una nostra priorità e stiamo già lavorando per rafforzare la nostra presenza nel sud-est asiatico e verso la clientela nord-europea. In particolare abbiamo già clienti provenienti da questi mercati, ma vorremmo avere un approccio maggiormente strutturato e una presenza ancor più prossima ai nostri potenziali clienti in loco”. Come sta procedendo su questo fronte?
A dire il vero abbiamo recentemente nominato un Brand Rep per la clientela di lingua tedesca (Tedeschi, Svizzeri, Austriaci) e uno per gli spagnoli. Devo dire che pensiamo che l’Europa sia un mercato con ancora del potenziale inesplorato per noi. Vogliamo prima consolidare la nostra presenza qui, vicino casa, e poi esploreremo in modo strutturato le aree più distanti. In questo momento ovviamente però siamo più che felici di ascoltare professionisti e armatori di aree lontane.

Collegandoci alla domanda precedente, quali sono attualmente i vostri mercato di riferimento?
Tendenzialmente il mediterraneo è la nostra patria. Qui ci sono circa 90% degli yacht Arcadia in navigazione. Più che un mercato o una clientela di riferimento, ci siamo resi conto di avere dei profili di riferimento. I nostri clienti sono tendenzialmente degli experienced yachts man, con almeno 3-4 barche già possedute; potrebbero permettersi imbarcazioni molto maggiori in termini di budget e dimensione, ma preferiscono gli ARCADIA per la filosofia, la suddivisione degli spazi e per il contatto e il rispetto dell’ambiente circostante; sono estremamente discreti. Questo profilo vale un po’ per tutti i nostri clienti nonostante le nazionalità molto diverse: dal Perù ad Hong Kong, dall’inghilterra all’Austria, dal Libano alla Francia o alla Svizzera o dal Marocco all’Italia…
Da questo punto di vista, penso che tocchiamo con mano gli effetti della globalizzazione come fenomeno culturale nell’ULTRA HIGH END LUXURY MARKET.

Insieme all’ampliamento del cantiere avete riorganizzato il layout produttivo e, inoltre, l’ampliamento ha permesso di raddoppiare gli spazi dedicati alle attività di after-sales, un valore aggiunto importante nel mercato del luxury yachting. Ci fa un quadro più puntuale dei benefici dell’operazione ampliamento, anche in termini di accelerazione dei tempi di consegna?
Ciò che ci ha spinto all’operazione ampliamento (per usare le sue parole) è stata la necessità, per seguire i nostri piani di sviluppo, di “liberare” postazioni usate per la costruzione di nuovi prodotti.
Circa il 50% dei nostri clienti che navigano nel med occidentale usufruiscono dei nostri servizi di wintering per cui anno dopo anno, aumentando il parco barche, abbiamo visto lo spazio del nostro sito produttivo sempre più richiesto per servizi post vendita. Considerando i nostri obiettivi di sviluppo e la volontà di continuare ad offrire i nostri servizi di Wintering e aftersale ad una base sempre maggiore di clienti, abbiamo deciso di ampliare la nostra capacità produttiva e di service. Il service è comunque fondamentale per noi perché pensiamo ci possa permettere di mantenere sempre più il rapporto diretto con Armatori e Capitani e allo stesso tempo capire in prima persona quali miglioramenti apportare (sia noi che i nostri fornitori) negli sviluppi futuri del prodotto.

Dagli yacht Arcadia si hanno scenari incantevoli in cui perdere lo sguardo. La progettazione, infatti, è studiata per sperimentare un contatto multisensoriale con l’ambiente esterno, accogliere gli ospiti con profumi e suoni del mare e navigare in totale efficienza energetica, con un utilizzo minimo di aria condizionata, consumi contenuti e isolamento acustico. Si può parlare, a suo modo di vedere, di un Life Style Arcadia dal sapore unico nel mondo della nautica? Saranno queste le carte vincenti di Arcadia anche per il futuro?
Adesso che me lo fa notare penso che abbiamo davvero contribuito ad un life style nuovo nello yachting… dieci anni fa eravamo visti come un oggetto misterioso e oggi invece siamo un cantiere quanto meno osservato per non dire di ispirazione per gli altri…. Anche alcuni major players…
Noi pensiamo che i nostri principi siano ancora attuali, sono sicuramente ciò su cui punteremo nei prossimi anni e poi dipenderà da tanti aspetti (in particolare gli sviluppi tecnologici, ma non solo) capire fin dove potremo spingerci.

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