Stati Generale di Angem: "Il settore della ristorazione collettiva è al collasso"

- di: Daniele Minuti
 
Si sono tenuti a Roma gli Stati Generali della ristorazione collettiva di Angem, occasione per accogliere nuovamente l'Associazione Nazionale della Ristorazione Collettiva e dei Servizi nella famiglia Fipe e, soprattutto, di discutere della crisi del settore, fortemente impattato dal rincaro delle materie prime alimentari e dell'energia.

Stati Generale di Angem: "Il settore della ristorazione collettiva è al collasso"

Un report presentato nell'occasione, mostra che nel 2020 le imprese del comparto hanno visto un calo dei profitti del 40% diviso fra mense scolastiche e aziendali con un -63% e -43%, per poi avere una rirpesa positiva nelle scuole per l'anno successivo, mentre la ristorazione collettiva soffre a causa dello smartworking (perso il 20% del valore dal 2019). Le stime prevedono una spesa di 220 milioni di euro in più per elettricità e 126 milioni di euro più per il gas per le imprese del settore. Costi che metteranno in ginocchio le aziende.

Ad aprire l'evento è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, con un videomessaggio rivolto ai rappresentanti del settore della ristorazione collettiva: "Le vostre imprese sono determinanti per l’educazione alimentare, la saluta pubblica e anche per una forma di equità distributiva. Festeggiamo il ritorno di Angem perchè le alleanze e le sinergie si sono dimostrate il modo più giusto non solo di affrontare il presente ma anche di indirizzare il futuro".

Il presidente di Fipe, Lino Stoppani (nella foto) è stato chiaro: "L’impennata dei prezzi delle materie prime e dei costi dell'energia - ha detto Stoppani - è un problema per le imprese della ristorazione collettiva, che operano in costanza di prezzi fissi. Le stazioni appaltanti della Pa pretendono sempre qualcosa di più sul fronte contrattuale e d’altra parte fissano termini di gara sempre più complicati imponendo prezzi al ribasso". Il presidente di Fipe ha chiesto che da parte delle istituzioni ci sia una maggiore considerazione per un settore che unisce aspetto economico e sociale. Con Angem staremo sui problemi: innanzitutto sulla possibilità di revisione automatica dei prezzi sugli appalti e il tema della liquidità delle imprese".

Carlo Scarsciotti, presidente di Angem, non usa mezze misure: "Nel Dl aiuti ter e quater la ristorazione collettiva non è entrata e quindi c'è da sperare nella Legge di Bilancio. Occorre stabilire dei criteri uniformi in relazione ai quali le aziende della ristorazione collettiva possono richiedere l'adeguamento dei prezzi, proprio come avviene negli appalti per i lavori, valorizzando e ridando fiato alle migliaia di piccole, medie e grandi aziende del comparto. Ci sono due problemi che affliggono il sistema: da un lato la scarsa e non uniforme applicazione della norma del Sostegni ter che impone alle stazioni appaltanti (Comuni, Regioni, Pubbliche amministrazioni, ma anche Asl, Corpi di polizia, ecc) di inserire all'interno dei bandi di gara apposite clausole per la revisione dei prezzi. Dall'altro l'impossibilità, per molte imprese, di rispettare i vincoli imposti dai Criteri Ambientali Minimi, che sanciscono l'obbligo di portare in tavola una percentuale di prodotti certificati Bio. Prodotti che oggi però sono difficili da reperire, o sono molto onerosi. Queste distorsioni di fatto costituiscono una violazione del principio delle uguali regole in uno stesso mercato. Le imprese che hanno siglato i contratti pre-pandemia, quando non era previsto alcun adeguamento dei prezzi, si trovano ora a lavorare in perdita: non ricordo altri esempi di servizi pubblici essenziali in appalto che operino a prezzi fissi malgrado la fiammata inflazionistica. Chi lo ha sottoscritto dopo, invece, vive nel limbo costituito dalla discrezionalità lasciata ad ogni stazione appaltante. In pratica, abbiamo decine di migliaia di committenti in tutta Italia, ciascuno dei quali è libero di dettare le condizioni che preferisce in merito all'adeguamento dei prezzi, in ragione del boom dell'inflazione e dei costi energetici. Tutto questo è inaccettabile".

A chiudere i lavori è l'intervento del sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci: "Il mondo della ristorazione collettiva ha pagato un conto molto salato alla pandemia alla quale si è aggiunta anche la crisi economica. C'è un tema di materie prime e prezzi che impatterà ancora sul settore. Ritengo che questo servizio debba essere considerato un livello essenziale di prestazioni a carico dello Stato che deve trovare le risorse anche con la leva fiscale. La manovra 2023 è buona, non eccezionale ma 21 miliardi su 35 che vanno a sostegno parziale di famiglie e imprese per il caro energia sono un buon punto di partenza. Il governo è vicino al settore ed è pronto ad ascotere le istanze della ristorazione collettiva".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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