Affluenza in calo alle amministrative: Taranto crolla, Genova frena, si vota fino alle 15
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Le urne rimarranno aperte fino alle 15 di oggi in 117 comuni italiani chiamati a eleggere i sindaci e rinnovare i consigli comunali. Dopo la prima giornata di voto, i dati sull’affluenza segnalano una tendenza netta alla discesa, con una media nazionale ferma al 43,85%, circa sei punti in meno rispetto alla tornata precedente. Il dato più allarmante arriva da Taranto, dove il calo tocca quasi otto punti, con una partecipazione attestata al 44,49%. Genova arretra di cinque punti, al 39,15%, mentre Ravenna registra un calo del 3,5%. Fa eccezione Matera, che supera il 50%, pur segnando anch’essa un trend in discesa.
Affluenza in calo alle amministrative: Taranto crolla, Genova frena, si vota fino alle 15
Il crollo dell’affluenza si conferma come un fenomeno strutturale della politica italiana, soprattutto a livello locale. Nonostante la centralità dei comuni nel garantire servizi fondamentali, la partecipazione dei cittadini continua a diminuire, segno di un crescente distacco dal sistema politico. A pesare, oltre a una diffusa sfiducia, c’è anche una campagna elettorale che in molti casi è passata sotto traccia, senza slanci o veri confronti tra candidati. Il voto, sempre più percepito come atto simbolico e meno come strumento di cambiamento, soffre di un deficit di attrazione, anche nei centri urbani storicamente più attivi.
Il caso Taranto: crisi di rappresentanza
Taranto diventa il simbolo della disaffezione. In una città attraversata da anni da emergenze ambientali, sociali e industriali, il segnale forte è l’assenza di partecipazione. L’affluenza sotto il 45% non è solo un dato statistico, ma il riflesso di una crisi profonda di rappresentanza. La distanza tra cittadini e istituzioni è amplificata da anni di promesse non mantenute e da una percezione di immobilismo. Gli elettori sembrano rassegnati, e il voto locale – che dovrebbe essere il più vicino alla vita quotidiana – perde il suo significato politico e civico.
Genova e Ravenna: flessioni inattese
Anche a Genova, città dove negli ultimi anni si sono concentrati investimenti e grandi opere, la partecipazione è in calo. Il dato del 39,15% fotografa una realtà in cui, nonostante la visibilità dell’amministrazione uscente, l’interesse per il rinnovo amministrativo resta tiepido. A Ravenna, roccaforte storica del centrosinistra, la perdita di tre punti e mezzo rispetto al 2019 è un segnale da non sottovalutare. La stabilità politica non sembra più garantire un voto convinto, ma anzi può favorire l’apatia. Anche qui, il messaggio dei cittadini è duplice: da un lato la volontà di continuità, dall’altro una distanza crescente dal processo democratico.
Matera resiste, ma non basta
In questo scenario generale, Matera rappresenta una delle poche eccezioni con un’affluenza sopra al 50%. Tuttavia, anche qui si registra un calo, sintomo che neppure i contesti con maggiore visibilità culturale e turistica riescono più a mobilitare il corpo elettorale come in passato. La Capitale della Cultura 2019, che aveva vissuto una rinascita d’immagine e di attrattività, non è riuscita a tradurre quella spinta in partecipazione civica stabile.
Una democrazia da ricostruire dal basso
Il dato complessivo delle amministrative 2025 suona come un campanello d’allarme per tutte le forze politiche. Il problema non riguarda solo chi vince o perde, ma la qualità della democrazia stessa. Se meno della metà dei cittadini partecipa alla scelta dei propri amministratori locali, il rischio è che il mandato elettorale perda legittimità e forza rappresentativa. La politica è chiamata a ricostruire un legame autentico con le comunità, a partire dai territori, dai bisogni concreti e dalle periferie spesso dimenticate. Le elezioni locali, per tornare a contare, devono essere rimesse al centro del dibattito pubblico e riempite di contenuti reali.