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L'Intervento / Il declino dell’impero americano

- di: Bruno Chiavazzo, giornalista e scrittore
 
L'Intervento / Il declino dell’impero americano

(Foto: Donald Trump ed Elon Musk)

È il titolo di un film del 1986 dove quattro coppie borghesi, a cena in una bella villa, confrontano le loro esperienze intime e sessuali, come se fossero le uniche modalità per muoversi all’interno delle proprie vite. La politica, le guerre, i grandi mutamenti planetari vengono riportati esclusivamente alle loro esperienze esistenziali.

Più o meno quello che sta succedendo davvero negli Usa dall’avvento di Trump. I democratici non riescono a fare uno straccio di opposizione al coatto della Casa Bianca, si parlano addosso, continuano a vedersi nei party glamour, ma mettere in piedi una qualche forma di contrasto decente proprio non ce la fanno. E allora tocca alla cosiddetta “società civile” fare fronte. Tribunali, associazioni, università provano a contrastare la marea montante di ignoranza, intolleranza, proclami e decreti che ogni giorno arrivano da Trump e dai suoi accoliti di governo.
Mi ha colpito una lettera che il 5 maggio scorso Linda McMahon, segretaria all’Istruzione dell’amministrazione Trump, ha inviato ad Alan Garber, rettore dell’Università di Harvard, in cui lo minaccia di sospendere i fondi federali se non si adegua ai desiderata di Trump.
La stessa lettera è stata rimandata al mittente con le correzioni in rosso degli errori grammaticali e sintattici in essa contenuti. Una cosa imbarazzante che sta diventando virale sui social. Ovviamente finirà come tutte le altre cavolate che Trump e i suoi hanno detto e fatto, tipo la fine della guerra in Ucraina, l’annessione del Canada e della Groenlandia, i dazi cinesi e via dicendo, tutto abbuiato dalla prossima dichiarazione di cui si parlerà per qualche ora per poi abbandonarla nel dimenticatoio.
Nel frattempo tutto prosegue con frizzi e lazzi, come quello che sta succedendo per il Conclave, dove tutti si ingegnano per indovinare il prossimo Pontefice. Ieri sera Bruno Vespa, nella sua trasmissione, ha addirittura proposto il plastico della Cappella Sistina, come fece con il delitto di Cogne, per spiegarci chi vincerà la gara. 
Ho riletto recentemente l’intervista che la grande Oriana Fallaci fece nel 1971 a Pietro Nenni per l’Europeo, in cui il leader socialista profetizzava che non si nasce dittatori, ma si diventa:
Chiunque può diventar dittatore. Anche lei, se lei lo volesse. Anch’io, se io lo volessi […] Perché un dittatore non è mai un predestinato. Un dittatore s’inventa. Basta che lui lo voglia, ripeto, o che qualcuno ne abbia bisogno. E aggiungo: non è nemmeno necessario che sia molto intelligente o geniale. Di solito, più cretino è meglio è. Le persone molto intelligenti, del resto, non vogliono diventar dittatori. E quelle geniali hanno altro da fare”.


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