47esima edizione del Forum di Cernobbio: lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive

- di: Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House - Ambrosetti
 
Anche quest’anno si è conclusa la 47esima edizione del nostro tradizionale Forum “Lo Scenario di oggi e domani per le strategie competitive”. Un’edizione incredibile, la seconda condizionata dalla pandemia, in un contesto socio-economico ancora più incredibile. Come nel 2020, è stata una iniziativa phygital (in parte fisica in parte digitale) con un hub centrale nella sede storica di Villa d’Este e collegati a questo, 200 hub in altre sedi in Italia, in Europa e nel resto del Mondo, con più di 70 Paesi coinvolti. La Farnesina e l’Agenzia ITA hanno attuato un’operazione di Sistema-Paese con la quale hanno offerto, alla propria rete diplomatica e ai responsabili degli uffici ITA in Italia e all’estero, l’opportunità di essere aggiornati sugli scenari mondiali, europei, mediterranei e italiani.

Abbiamo ottenuto importanti risultati, solo per citarne alcuni: 1.200 partecipanti digitali, 150 persone fisiche in presenza, 9 Governi rappresentati (Italia, Congo, Francia, Germania, Israele, Libia, Russia, Singapore e Spagna), 4 capi di Stato, 19 nazionalità in programma, 14 ministri del Governo italiano, 4 Commissari Europei, 17 ricerche scenariali presentate (record storico mai raggiunto), 5 capi tra i primi cinque partiti (mai successo nella storia delle 46 edizioni precedenti), un alto rappresentante della Nato appena rientrato da Kabul, oltre 300 milioni di impressions registrate dell’hashtag #Cernobbio.

È stata un’edizione ricca di riflessioni e spunti. La partecipazione di relatori da tutto il mondo ha offerto una panoramica globale degli scenari futuri dell’Europa e del mondo. Nell’attuale epoca storica, caratterizzata da una sempre crescente interconnessione e condivisione, inserire la definizione delle politiche dei Governi dei singoli Paesi all’interno delle traiettorie di sviluppo globali è estremamente prezioso. Per questo motivo, coerentemente con il nostro ruolo di Think Tank leader in Italia ed Europa, la nostra priorità è garantire il libero confronto e dialogo con e tra tutti. Speriamo di averlo fatto anche quest’anno.
Questa edizione si è conclusa con la consapevolezza che le sfide globali saranno diverse.

Prima di tutto, l’esigenza di una maggiore parità di genere e partecipazione femminile nell’economia e nella società sarà uno dei temi prioritari nelle agende dei Governi di tutto il mondo. Siamo infatti fortemente convinti che usare solo la metà dell’energia e delle idee della popolazione non sia una buona idea e che serva un cambio di paradigma epocale, anche culturale. Non dobbiamo più guardare al tema solo dalla prospettiva dei diritti e dell’etica, ma anche in modo più “cinico” come opportunità economica di rilancio. Secondo il modello messo a punto da The European House – Ambrosetti, l’eliminazione del gender pay gap e l’aumento del tasso di occupazione femminile (fino ad eguagliare quello maschile per ognuno dei paesi del g20) potrà generare fino a 9 trilioni di dollari di PIL aggiuntivo nei Paesi G20 (circa 12% del totale), di cui 110 miliardi di euro solo per l’Italia (circa 6,7% del PIL italiano), pari a 9 volte l’impatto annuo del PNRR. Accogliendo con entusiasmo la richiesta del Ministro Elena Bonetti, abbiamo quindi sviluppato due documenti di indirizzo con il supporto del Club Ambrosetti e di un Business Advisory Board internazionale: un decalogo di 10 proposte per il Governo italiano e un Manifesto con i 10 principi per raggiungere la parità di genere e liberare l’energia delle donne in tutti i Paesi del G20, sottoscritto già da molti capi azienda. Il manifesto è pubblico e invito tutti a sottoscriverlo dal nostro sito web.

Tra le sfide globali vi è poi l’emergenza COVID-19 che, con circa 450 mila nuovi casi al giorno a livello mondiale, non è purtroppo ancora superata. L’interessante sessione sugli sviluppi scientifici e tecnologici, che ha visto il contributo, tra gli altri, di Anthony S. Fauci (Consigliere medico del Presidente degli Stati Uniti) e Stéphane Bancel (CEO di Moderna), ci ha insegnato che molto è stato fatto sul fronte dei vaccini e della lotta al virus, ma ancora navighiamo a vista e la parola fine a questa “guerra” potrà essere messa solo attraverso una strategia di vaccinazione condivisa e inclusiva.
In questo scenario si è inoltre inserita la situazione di estrema criticità che sta affrontando il popolo afgano, la cui incolumità, libertà personale e diritti fondamentali sono altamente a rischio, imponendo un impegno rafforzato della comunità internazionale. Come testimoniato dall’Alto rappresentante della Nato in Afghanistan, Ambasciatore Stefano Pontecorvo, presente a Cernobbio per riferire in prima persona della tragedia in corso, lo sforzo dell’Italia è stato straordinario ed encomiabile.

Oltre a questo, la rapida trasformazione della Cina e la rivalità con gli USA, lo sviluppo democratico e sostenibile di alcuni Paesi dell’Africa sono altre grandi sfide che caratterizzeranno l’agenda di sviluppo di tutti i Paesi nei prossimi anni. Come emerso dalla sessione sulle sfide globali del futuro e gli impatti sull’economia, e in particolare nella conversazione con Félix Tshisekedi (Presidente della Repubblica Democratica del Congo e dell’Unione Africana) e Abdul Hamid Dbeibeh (Primo Ministro della Libia), credo che il futuro stia nella parola cooperazione, in tutti gli ambiti, dalla ricerca, all’innovazione, alla difesa, alla politica.
Next Generation EU è un esempio di programmazione condivisa e sforzo comune. Ora la sfida è in mano ai governi dei diversi Paesi. All’interno del contesto italiano, tutte le priorità d’azione rappresentate e discusse durante i tre giorni del Forum sono presenti nel PNRR: transizione green, digitale, formazione ed educazione, innovazione, sostegno occupazionale a donne e giovani, salute.

Le risorse per portare avanti gli investimenti necessari sono a disposizione. Ora serve agire e, come dice anche Bill Gates, mi piace ricordare che “la visione senza esecuzione è sognare ad occhi aperti”. Tra la priorità per la ripartenza del Paese, al Forum di Cernobbio si è parlato anche della riforma che riguarda la governance del Paese, tema approfondito nel dettaglio dal Club Ambrosetti in un lavoro di analisi e rielaborazione propositiva riassunto in un Position Paper presentato durante il Forum The European House – Ambrosetti, alla presenza dei rappresentanti istituzionali del Paese e della business community. Il lavoro parte dalla considerazione che la stagnazione di PIL e produttività in Italia possa essere spiegata da una governance del Paese che lascia trasparire diverse criticità. Da vent’anni il Paese vanta infatti una crescita del PIL e della produttività tra le più basse d’Europa (+0,2% la crescita media annua per entrambi gli indicatori nel periodo considerato). L’elevata instabilità dei governi nel tempo (in trent’anni 21 governi rispetto agli 8 della Germania), la forte conflittualità tra Stato e Regioni su alcune materie fondamentali (la sanità in primis), lo squilibrio tra potere esecutivo e legislativo, la polverizzazione territoriale della governance (il 69,5% dei Comuni italiani ha meno di 5.000 abitanti), l’eccessiva focalizzazione della politica sul leader a discapito del partito e una scarsa visibilità in relazione al funzionamento dei partiti stessi, sono alcune delle criticità che caratterizzano il nostro sistema.

È evidente che nessuna azienda privata potrebbe essere efficientemente ed efficacemente governata in tali condizioni. In questa direzione vanno le 24 proposte articolate da The European House-Ambrosetti, a partire da una riforma della legge elettorale in chiave fortemente maggioritaria (fino almeno al 50% dei seggi) con una soglia di sbarramento al 4% e, per la parte proporzionale, il ricorso al voto di preferenza anziché di lista. I prossimi mesi sono cruciali: mi auguro che tra un anno a Cernobbio potremo ascoltare la testimonianza di progetti in corso di realizzazione e riforme avviate. Se facciamo presto potremo vedere già alcuni effetti positivi. I primi segnali di ripartenza, oltre alle vittorie sportive che hanno riguardato il nostro Paese negli ultimi mesi, ci fanno essere ottimisti sulle prospettive per il futuro. Il PIL è cresciuto del 2,7% nell’ultimo trimestre, proiettando al rialzo le aspettative di chiusura dell’anno delle principali Istituzioni: a inizio 2021, il Fondo Monetario Internazionale stimava per l’Italia una crescita del 4,2% nel 2021, diventata 4,9% a luglio 2021. Anche la stima di OECD è passata da 4,5% a maggio a 5,9% nel mese di settembre e quella di The European House – Amrbsoetti è salita a 5,5%. Come testimoniato dall’ultima rilevazione del nostro Ambrosetti Club Economic Indicator, infatti, la fiducia attuale delle imprese è al massimo storico: 70,6 punti su una scala da -100 a +100.
Le incertezze legate all’estensione dell’obbligo vaccinale, all’affermarsi delle correnti “no vax” e all’insorgere di nuove varianti del virus sono fortemente attuali, ma ci auguriamo che questi segnali siano solo l’inizio di un cammino di crescita che ci vedrà il 2-3-4 settembre 2022 proiettati in un contesto socio-economico migliore.
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