Rapporto sui consumi Allianz Trade: "Alimentari giù, tengono auto e mobili"

- di: Daniele Minuti
 
Il Rapporto sui Consumi di Allianz Trade ha evidenziato gli effetti del progressivo aumento del tasso di inflazione ha avuto sui consumi: l'aumento dei prezzi è più accentuato per famiglie a basso reddito, che devolvono una spesa maggiore per alcune categorie di beni (alimentari ed energetici). Per questo esse hanno meno possibilità per difendersi dall'inflazione, per comprimere il tasso di risparmio, liquidare attività finanziaria o ridurre la qualità di beni o servizi consumati (tutti valori già bassi).

Rapporto sui consumi Allianz Trade: "Alimentari giù, tengono auto e mobili"

  

Consumi delle famiglie in volume (Q1 2019=100)
Fonti: Eurostat, Allianz Research  

Si tratta di quello che il report definisce "il paradosso dell'acquisto": "A differenza delle passate recessioni la spesa per i beni non durevoli (prevalentemente alimentari ma anche elettricità e carburanti per auto) ha raggiunto una riduzione importante (dal -2% in Italia, fino al -7% in Germania). Al contrario i volumi di acquisto di beni durevoli (come le automobili, elettronica di consumo, mobili, elettrodomestici) o semi-durevoli (abbigliamento, giocattoli, beni culturali) hanno continuato a crescere nonostante l'impennata del costo della vita e dei servizi. Tra questi ultimi annoveriamo il trasporto aereo (+42% in valore su base annua, corretto per l’inflazione), i servizi di ristorazione (+13%) e gli alloggi (+30%)".

Le famiglie più povere sono esposte in modo sproporzionato, in particolare, al cibo (+17%) e alle utenze (affitti, acqua, luce a +9%). Al contrario, ristoranti, beni ricreativi, abbigliamento e trasporti, che hanno un peso maggiore nei consumi delle famiglie più ricche, hanno visto comparativamente minori aumenti dei prezzi.

Maddalena Martini, Senior Economist per l’Italia e la Grecia di Allianz, ha commentato: "In Italia, la crescita dei prezzi sta rallentando dal picco di inflazione dell’11,8% raggiunto lo scorso ottobre. Ci aspettiamo però che l’inflazione si attesti attorno al target della BCE del 2% solo gradualmente, verso la fine del 2024. Se da un lato la discesa dei prezzi dovrebbe dare un po’ di sollievo alle famiglie, l’aumento dei tassi di interesse, a seguito dei rialzi della BCE, dovrebbe limitare la domanda di credito nel biennio 2023-2024. Una serie di fattori strutturali come l’adeguamento lento dei salari e le lunghe contrattazioni collettive hanno fatto sì che in Italia sia stata più accentuata la perdita di potere di acquisto, a fronte del rapido aumento dei prezzi. Nel 2021-2022, le famiglie italiane hanno sostenuto i consumi privati con parte dei risparmi accumulati durante la pandemia, fino a che il tasso di risparmio è sceso sotto i livelli pre-pandemici a conclusione del 2022".

La nota aggiunte: "
La crescita del reddito ha parzialmente attutito lo shock inflazionistico. In particolare, si sono registrati forti aumenti del reddito da lavoro, principalmente grazie alla creazione di nuovi posti in Francia e a stipendi più alti in Germania, Italia e Spagna, che hanno sostenuto gli acquisti delle famiglie per le spese relative all'energia. Nel complesso i risparmi accumulati durante la pandemia hanno sostenuto la spesa per consumi. Nel caso della Francia la forte ripresa del reddito ha sostenuto i consumi in un contesto di elevata inflazione. La crescita dei salari ha superato l'inflazione di 1,7 punti percentuali in Germania e di 2,9 punti in Francia tra la fine del 2019 e la fine del 2022. L'inverso è avvenuto in Spagna e in Italia: l'inflazione ha superato il reddito medio di 2 punti percentuali in Spagna e di 4,3 punti percentuali in Italia. Solo in Italia ciò ha determinato un'importante erosione dei risparmi: le famiglie hanno risparmiato meno dalla fine del 2022 per contribuire a mantenere il proprio stile di vita".

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