Agroalimentare, il pilastro dell’economia italiana: fatturato record a 676 miliardi

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

Il settore agroalimentare si conferma una colonna portante dell’economia italiana, con un fatturato complessivo che ha raggiunto i 676 miliardi di euro nel 2023, pari al 15% del totale nazionale. Lo evidenzia il rapporto Crea, che descrive un sistema in cui agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione giocano un ruolo chiave nel trainare la ripresa economica del Paese.

Agroalimentare, il pilastro dell’economia italiana: fatturato record a 676 miliardi

Tra i protagonisti del boom spiccano i servizi di ristorazione, che con un +12% hanno completamente recuperato i livelli pre-pandemia, dimostrando la resilienza di un settore pesantemente colpito durante gli anni dell’emergenza sanitaria.

Agricoltura e industria: il cuore pulsante del sistema

Agricoltura, industria alimentare e delle bevande rappresentano il 41% del fatturato complessivo. Un dato significativo, soprattutto alla luce dei fattori climatici e internazionali che hanno caratterizzato il 2023. Il valore aggiunto agricolo si è attestato a 37,5 miliardi di euro, in crescita del 7,9% in termini nominali, ma con un calo del 2,5% in termini di volume.

Secondo il Crea, il decimo anno consecutivo di temperature superiori alla media e gli eventi meteorologici estremi hanno avuto un impatto significativo sulle colture e sugli allevamenti. A peggiorare la situazione, l’instabilità geopolitica, che ha mantenuto elevati i costi di produzione, comprimendo i margini delle aziende agricole.

Le Regioni traino dell’agroalimentare

Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano il cuore pulsante del settore, generando insieme oltre il 42% del valore complessivo. La quota sale al 64,3% includendo Campania, Lazio e Piemonte, a dimostrazione di come alcune regioni siano determinanti per la tenuta del sistema agroalimentare nazionale.

L’ombra della crisi climatica e internazionale

L’agricoltura italiana, nonostante i numeri positivi, continua a fare i conti con una doppia sfida. Da un lato, il cambiamento climatico e gli eventi estremi rendono sempre più complessa la gestione delle colture, dall’altro, i costi delle materie prime e l’instabilità internazionale comprimono i profitti degli operatori.

La forbice tra i prezzi dei fattori di produzione e quelli dei prodotti finiti resta un nodo critico: i margini delle aziende agricole si assottigliano, minacciando la sostenibilità di molte imprese, soprattutto le più piccole.

Il futuro del settore

Se il 2023 è stato un anno di conferme per l’agroalimentare italiano, il futuro si presenta incerto. Innovazione, sostenibilità e interventi strutturali sono le parole chiave per affrontare le sfide di un sistema che, pur essendo un pilastro dell’economia, rischia di subire gli effetti di una crisi climatica e geopolitica sempre più pressante.

La ripresa della ristorazione e la solidità dell’industria alimentare sono segnali incoraggianti, ma il settore agricolo richiede una strategia di lungo termine per garantire la sua competitività e resilienza. In gioco non c’è solo l’economia, ma l’identità stessa di un Paese che ha fatto del cibo e delle sue eccellenze una bandiera nel mondo.

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