L'Africa cerca il rilancio economico: summit di capi di Stato a Parigi

- di: Jean Aroche
 
La pandemia, che nel 2020 ha investito il mondo intero, in Africa ha determinato la prima recessione negli ultimi 25 anni, con il rischio fondato che alla sua economia - come confermano gli indicatori - occorrerà molto tempo per riprendersi. È per trovare una via d'uscita a questa situazione - con l'epidemia che continua ad imperversare, complice anche la penuria di vaccini - Parigi oggi è teatro di un vertice al quale, oltre ai padroni di casa, partecipano 21 capi di Stato, insieme ad alti esperti dell'Ue e rappresentanti di organizzazioni multilaterali.

Sul tavolo si cercherà di mettere proposte concrete per il rilancio economico del Continente dove, secondo gli analisti, nel prossimo triennio si dovrebbe registrare una crescita più debole rispetto a quella dei Paesi sviluppati. Lo stesso presidente francese, Emmanuel Macron, che ha fortemente voluto il vertice, poche settimane fa ha invocato un "nuovo accordo" a sostegno dell'Africa.

Secondo il rapporto dello scorso aprile redatto dagli economisti del Fondo monetario internazionale, se gli aiuti di emergenza dello stesso e della Banca mondiale nel complesso hanno funzionato bene, bisogna comunque andare oltre perché l'Africa subsahariana avrà bisogno, per uscire dalla crisi legata alla pandemia, di 350 miliardi di euro entro il 2025.
Ma, al di là degli aiuti d'urgenza del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, la solidarietà internazionale non è arrivata. Anzi, è addirittura diminuita.

Secondo i dati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), pubblicati ad aprile, l'assistenza ufficiale allo sviluppo all'Africa subsahariana nel 2020 - quando la pandemia si era già drammaticamente manifestata - è addirittura diminuita dell'1%.
La spiegazione? All'inizio della crisi i governi nazionali e le banche centrali dei Paesi ricchi hanno adottato misure di sostegno per le loro economie attivando flussi finanziari per quasi 16 trilioni di dollari. Ma l'azione dei governi si è concentrata quasi esclusivamente sul fronte interno, spendendo solo una piccola parte per aiutare gli Stati più poveri.

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