Le paure della Generazione Z: revenge porn e cyberbullismo dilagano
- di: Marta Giannoni

Revenge porn e cyberbullismo: le nuove paure della Generazione Z
Internet è il terreno di gioco, ma anche il campo minato della Generazione Z. Un’indagine dell’Osservatorio Indifesa, realizzata da Terre des Hommes e dalla community di Scomodo, ha fotografato il rapporto tra i giovani e la sicurezza online. I risultati, diffusi in occasione del Safer Internet Day di oggi, rivelano preoccupazioni diffuse su temi come il revenge porn, il cyberbullismo e le molestie digitali.
Il quadro che emerge è complesso: se da un lato i ragazzi sono sempre più consapevoli dei rischi del web, dall’altro persistono abitudini che li espongono a pericoli. Inoltre, la violenza non è solo virtuale: molti giovani hanno già sperimentato forme di aggressione verbale, psicologica o fisica.
Revenge porn e cyberbullismo in testa alle paure
Il revenge porn – la diffusione non consensuale di immagini intime – è il timore principale per il 58% degli under 26. Un dato che cresce tra le ragazze, spesso più esposte a questa forma di violenza digitale. Subito dopo, il 49% degli intervistati teme l’alienazione dalla vita reale, mentre il 47% indica le molestie online come una delle principali preoccupazioni.
Tra gli under 20, invece, il cyberbullismo è percepito come il pericolo numero uno (52%). Questo fenomeno, che ha ormai superato il bullismo tradizionale in termini di incidenza, si manifesta attraverso insulti, minacce, esclusione sociale e diffusione di informazioni private senza consenso.
Consapevoli, ma esposti: le contraddizioni dei giovani online
Se da un lato l’86% dei ragazzi riconosce i rischi legati alla condivisione di immagini intime, dall’altro la maggioranza continua a compiere azioni che aumentano la loro vulnerabilità. Tra le abitudini più diffuse:
• Condivisione delle password: molti giovani, pur conoscendo i pericoli, condividono le credenziali di accesso ai social media o al telefono con amici e partner.
• Accesso ai dispositivi del partner: il 75,6% considera inaccettabile che il proprio partner controlli il telefono senza permesso, ma il 22% non vede alcun problema in questa pratica.
• Scarsa conoscenza delle tutele legali: sebbene il revenge porn sia un reato perseguibile, il 12,5% dei ragazzi non sa come agire in caso di diffusione illecita dei propri contenuti.
Violenza e molestie: quasi un giovane su due ne è vittima
Il dato più allarmante riguarda la diffusione della violenza tra i giovani: il 48% degli intervistati ha subito almeno un episodio di violenza, sotto varie forme:
• Violenza verbale e psicologica (59,5%)
• Catcalling (52%)
• Bullismo (43%)
• Molestie sessuali (38,5%)
Le ragazze sono le principali vittime di catcalling e molestie sessuali, mentre il bullismo colpisce in misura maggiore i ragazzi.
Scuola, strada, social: dove avviene la violenza?
Secondo i giovani, la scuola è il luogo più a rischio: il 56,5% ritiene che proprio tra i banchi avvengano la maggior parte delle aggressioni. Seguono la strada (48%) e i luoghi di divertimento (47%). Nonostante la crescente attenzione ai pericoli digitali, solo il 39% degli intervistati considera il web come una minaccia principale.
Le ferite invisibili: conseguenze psicologiche e sociali
Le ripercussioni della violenza non sono solo immediate, ma spesso si trascinano nel tempo, con conseguenze sulla salute mentale e sulle relazioni sociali. Tra gli effetti più segnalati:
• Perdita di autostima e fiducia negli altri (63%)
• Ansia sociale e attacchi di panico (36%)
• Isolamento (25,5%)
• Depressione (21%)
• Disturbi alimentari (16%)
• Difficoltà scolastiche (12%)
• Autolesionismo (10%)
La gestione del trauma varia: il 45% degli adolescenti si confiderebbe con gli amici, il 31% con i genitori, ma solo il 2,23% ne parlerebbe con un insegnante. Ancora più preoccupante è il 7,5% che non lo direbbe a nessuno.
Un appello alla regolamentazione del web
La maggior parte dei ragazzi chiede maggiore protezione e regole più severe per il web: il 70% degli intervistati ritiene che una regolamentazione più rigida possa ridurre i rischi. Tuttavia, non tutti sono d’accordo: il 13% è scettico sull’efficacia di tali misure e il 6% teme che possano limitare la libertà personale.
Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes Italia, ha commentato: “Dall’Osservatorio indifesa di quest’anno emerge quanto i ragazzi siano consapevoli dei pericoli della rete. Tuttavia, questa consapevolezza non basta a proteggerli. Serve un’azione più incisiva per garantire sicurezza e prevenire episodi di violenza”.
Verso un web più sicuro: educazione e prevenzione
I dati mostrano un quadro chiaro: la Generazione Z è consapevole dei pericoli del digitale, ma continua a esporsi a rischi. La soluzione passa attraverso un mix di regolamentazione, educazione e responsabilizzazione.
Le scuole, le famiglie e le istituzioni hanno un ruolo cruciale nel formare i giovani a un uso più sicuro e consapevole di internet. Eventi come il Safer Internet Day sono un passo avanti, ma per costruire un futuro digitale sicuro serve un impegno costante.