TikTok è il nuovo spauracchio dei governi: ma comprare l’app è complicato

- di: Barbara Bizzarri
 
La passione italiana per TikTok è confermata dai dati: nel 2022 gli utenti mensilmente attivi erano oltre 18,3milioni, in forte crescita rispetto all’anno precedente, meno di quelli di Instagram, circa 27 milioni, che però è arrivato nel nostro Paese sette anni prima. Oltre il 35% degli utenti italiani della piattaforma cinese ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. TikTok piace molto anche agli americani (più di 100 milioni di iscritti); forse troppo vista la sua proprietà cinese, tant’è che l’Amministrazione Biden ha chiesto alla società proprietaria, Byte Dance, di mettere in vendita le sue quote o di prepararsi ad affrontare un divieto totale di diffusione negli Stati Uniti. A presentare formalmente la richiesta è stato il Committee on Foreign Investment in United States, l’organismo federale che sovraintende gli investimenti esteri negli USA con l’obiettivo di evitare che aziende straniere controllino settori strategici del sistema americano. Il governo USA, e non è l’unico, teme che i dati degli utenti di cui entra in possesso la piattaforma possano essere condivisi con il governo cinese. L’idea non è proprio peregrina dato che esiste fin dal 2017 una legge in Cina che richiede a tutte le aziende nazionali di fornire al governo tutti i dati personali rilevanti per la sicurezza nazionale del Paese.

TikTok nega decisamente che ciò sia mai avvenuto e non esistono prove che ciò non sia vero, tuttavia già India, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Danimarca e Canada, oltre gli USA, hanno vietato l’uso dell’app da parte degli impiegati pubblici. TikTok ritiene peraltro che se esistono questi timori, la protezione migliore sia quella di trasferire tutti i dati su server controllati non da aziende cinesi, bensì su server americani controllati da Oracle. Una soluzione questa su cui intende trattare con il governo USA, anche perché la ipotizzata possibile vendita non è affatto facile da realizzare. Innanzitutto per il prezzo che viene stimato in oltre 50 miliardi di dollari, una cifra che pochissimi o addirittura nessuno degli attuali competitori è in grado di sostenere, mentre chi è in grado di farlo, ovvero aziende quali Google, Microsoft o Meta, tende ad astenersi per evitare di finire nelle attenzioni delle norme Antitrust USA. Insomma la questione è più che mai aperta, e lo è anche da noi dato che le nostre Istituzioni seguono il tema con molta attenzione: intanto, la piattaforma continua a funzionare alla grande e continua a sfornare casi curiosi come quello dello sconosciuto ma non troppo Khaby Lame, l’italiano più famoso su Tik Tok, che grazie alla popolarità conquistata sui social, qualche giorno fa è sbarcato addirittura alla cerimonia di premiazione degli Oscar. 

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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