Sono stati oltre 500 i partecipanti a seguire la quarta edizione del Sustainable Economy Forum, promosso da San Patrignano e Confindustria con Intesa Sanpaolo quale partner istituzionale, Eni e Gruppo 24 Ore top partner. Al centro dei lavori della giornata, organizzata all’interno della Comunità riminese, sono stati approfonditi i temi della transizione energetica ed ecologica, pilastri del Pnrr, e le politiche per uno sviluppo futuro equo e inclusivo e una società a impatto ambientale pari a zero.
“La sfida della transizione sostenibile è già da tempo al centro delle priorità delle imprese e di Confindustria. In particolare, le imprese italiane sono in prima linea nell’investimento in tecnologie, dedicate al controllo delle emissioni di CO2 per ridurre i consumi energetici e favorire l’economia circolare”. Ha affermato il Presidente Carlo Bonomi, aprendo il lavori del Forum. “Ma, proprio alla luce della estrema complessità che stiamo attraversando, è importante sottolineare la necessità di un approccio graduale per accompagnare la transizione, che tenga conto della tenuta economica e sociale del sistema e della stabilità finanziaria. È necessario, inoltre, che la transizione sia supportata anche da un’adeguata copertura finanziaria e da investimenti pubblici e incentivi. In questo contesto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può e deve rappresentare una leva determinante”.
“Allo stesso tempo – ha proseguito Bonomi - non possiamo però non tenere conto degli effetti del conflitto russo-ucraino. Su tutti, le enormi difficoltà nell’approvvigionamento di materie prime e l’esplosione dei costi dell’energia, che ci hanno già indotto a un taglio drastico delle previsioni sul PIL di quest’anno. Questo pone un tema di fattibilità del PNRR, legato ai prezzi alla scarsità dei materiali che potrebbero rendere difficile realizzare gli investimenti nei tempi previsti. Ma non solo, dobbiamo anche chiederci se, a queste condizioni, gli impegni presi con l’Europa sono ancora coerenti rispetto alle nuove priorità”.
“Serve, dunque, una forte presa di coscienza comune: senza un approccio concreto, di lungo periodo e non ideologico, che ci permetta di ridiscutere alcune linee del Piano e rimodulare alcune scadenze, vengono meno le condizioni che sono alla base del concetto stesso di sostenibilità. Che è appunto ambientale ma anche economica e sociale” ha concluso il numero uno di Confindustria.
In chiusura del Sustainable Economy Forum è intervenuto anche il Vicepresidente di Confindustria Alberto Marenghi che ha sottolineato: “La transizione ad un modello di sviluppo sostenibile rappresenta il driver su cui siamo chiamati a lavorare per affrontare gli effetti della crescente tensione geopolitica. Serve un approccio strutturale e di lungo periodo, che garantisca la tenuta e la competitività dell’industria italiana e delle filiere europee. Oltre alla capacità di “rimettere mano” al Pnrr laddove, la contingenza, lo renda necessario, come lo è per la parte energetica. Dobbiamo calibrare i contenuti delle policy, a livello nazionale ed europeo, e ripensare ai tempi e ai modi per affrontare con efficacia la necessaria transizione ecologica. Le scelte politiche devono essere compiute nell’ottica di garantire la sostenibilità degli investimenti e delle attività d’impresa nel lungo periodo. La sostenibilità è, infatti, un imperativo collettivo per costruire una economia forte e una società più inclusiva” ha concluso Marenghi.