Si apre oggi 'Fieracavalli'. Confagricoltura Veneto: "Servono sinergie per l'allevamento e l'attività turistico-ricettiva"

 
Sono 23.407 i cavalli in Veneto, utilizzati non solo negli sport equestri ma sempre più in attività legate al mondo agricolo, che li sta valorizzando in ambiti come quelli dell’agriturismo, dell’ippoterapia e del turismo equestre in generale. Attività che stanno ripartendo dopo i mesi di lockdown legati alla pandemia e che spiegano il grande interesse legato a Fieracavalli, che si apre oggi a Verona.

Secondo i dati aggiornati a ottobre dell’Anagrafe Equidi il numero degli esemplari ha superato quota 500.000 e il Veneto è la settima regione italiana per equidi, con 31.258 esemplari tra cavalli, asini, muli, bardotti e zebre, dopo Lombardia (60.701), Lazio (56.459), Sicilia (49.073), Piemonte (39.992), Emilia Romagna (36.246) e Toscana (31.364). I cavalli impiegati in regione negli sport equestri sono 2.500, con trend in forte crescita rispetto ai 2.236 dell’anno scorso, mentre sono una trentina le aziende agrituristiche con attività di equitazione, come i corsi, la visita ai maneggi e le passeggiate a cavallo. È la provincia di Padova la regina in ambito equestre, con 7.300 equidi di cui 5.834 cavalli e 1.417 asini. Seguono Verona con 6.273 equidi, Vicenza con 5.892, Treviso con 5.876, Belluno con 2.996 e Venezia con 2.921.

“C’è molto interesse per Fieracavalli dopo un anno di stop e perciò saremo presenti con un nostro stand – sottolinea Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto -. La scorsa estate la vacanza verde negli agriturismi è stata molto gettonata e il cavallo, oltre ad altri animali delle fattorie, è stato protagonista. Attorno al cavallo, in Italia, lavorano tra le 40.000 e le 50.000 persone, con una linea ascendente soprattutto nelle attività legate all’agricoltura, dato che oltre 35.000 aziende agricole allevano equidi, di cui circa 3.000 come attività prevalente. L’allevamento di razze apprezzate in tutta Europa registra un grande sviluppo  e perciò va posta una crescente attenzione a questo settore: nelle esportazioni, infatti, un terzo del valore è dato da cavalli riproduttori di razza pura. L’equiturismo sarà, secondo le proiezioni, una delle forme di turismo esperienziale più richieste nei prossimi anni, sia per esplorare il paesaggio che per vivere vacanze eco-friendly. Occorrerà, perciò, mettere in atto una maggiore collaborazione tra il mondo sportivo e quello agricolo sia in termini di allevamento che di attività turistico-ricettiva”.
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