Salvini vuole andare in Russia a parlare di pace: l'ennesimo inciampo del 'capitano'
- di: Redazione
Le sortite di Matteo Salvini dovrebbero essere oggetto, una volta che il ''capitano'' decidesse di lasciare la scena politica (probabilmente mai, anche perché, dopo, dovrebbe fare il pensionato o trovarsi una occupazione che non possa essere scambiata per un lavoro), di analisi approfondite da parte di un gruppo di esperti. Come gli specialisti di derive egotiche, tanto per citarne alcuni. Diciamo questo perché da troppo mesi Salvini sembra avere perso il filo del suo precedente percorso politico in cui diceva sostanzialmente poche cose (dagli all'immigrato, soprattutto se nero; la legge Fornero è da cancellare; la difesa è sempre legittima; ogni droga è da combattere), ma che erano coerenti con il suo credo: il machismo del pensiero.Una sceneggiatura alla quale mai aveva derogato, sapendo benissimo che alcuni campi non gli sono molto abituali, come quello della politica internazionale, che per lui, appena qualche anno fa, riguardava esclusivamente quello che accadeva al di là dei confini della Padania.
Ma, da quando la sua attenzione si rivolge verso i grandi problemi del mondo, Salvini sta andando a sbattere con inciampi più grandi di lui.
Come la sua sua missione umanitaria in Polonia, ai confini con l'Ucraina. Una iniziativa che sarà ricordata, non tanto per il giaccone costellato di patch pubblicitarie (dalle quali un politico degno di tale nome dovrebbe rimanere ben distante, vista la scivolosità della materia), quanto per essere stato preso a pesci in faccia, per la sua liason di amorosi sensi con Putin, da un sindaco peraltro di estrema destra. Ma l'ultima sparata salviniana forse le batte tutte. Parliamo dell'annuncio di un imminente viaggio di Russia con il solo obiettivo di favorire la pace. Partiamo proprio dalla pace perché la politica del 'mattoncino su mattoncino' (Salvini dixit) che il segretario della Lega dice di volere perseguire deve avere delle basi che, senza parlare di diplomazia, siano di ragionevolezza. Perché andare in Russia a parlare con chissà chi (logica e buon senso definiscono come altamente improbabile che incontri Putin o anche solo Lavrov, che forse hanno ben altro da fare) non aiuta certamente la costruzione della pace. Forse aiuta Salvini a restare in bilico tra due posizioni antitetiche (gli anti-Putin e Putin), ma è un problema suo, personale, in cui non può tirare dentro tutto il Paese. Andare a Mosca per fare cosa, laddove sono fallite missioni ben più importanti, rappresentando interi Paesi e non semplici partiti, anche se di governo in Italia?
Matteo Salvini, che ama apparire, dovrebbe tornare alla concretezza (senza entrare nel merito dei contenuti) della sua prima versione, lasciando alle nostre Istituzioni il compito di rappresentare il Paese. E poi, ci chiediamo, quali argomenti potrebbe mettere sul tavolo italo-russo per favorire una pace che tutti dicono oggi lontanissima, senza scegliere a chi attribuirne la responsabilità? Vecchie amicizie? Legami ideologici? Saremmo curiosi di capirlo, anche perché si deve presupporre che gli argomenti di cui Salvini si dovrebbe fare vessillifero siano ben più forti e convincenti di quelli della nostra diplomazia. Tutti questi ragionamenti, poi, non tengono in considerazione che Salvini, al di fuori dell'italico perimetro, rappresenta solo sé stesso e non certo il Paese e forse questo qualcuno di quelli che gli vogliono bene dovrebbe ricordaglielo. Come gli si dovrebbe ricordare che il galateo della politica gli avrebbe dovuto imporre di rendere partecipi del suo singolare proponimento due persone che non dovevano esserne escluse: il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, al di là di chi ne detiene pro-tempore la carica. Ma queste sono evidentemente piccole cose per chi, dopo avere arruolato nella Lega - solo perché parlano di pace - persone che mai gli darebbero manco mezzo voto, deve guardarsi da molti nemici. Che cominciano a manifestarsi anche dentro il suo partito. Lui, il ''citofono più veloce a ovest del Po'', però vuole andare avanti, meritandosi un consiglio: torni a fare il politico e lasci ad altri il ruolo di pacificatore planetario che si è attribuito.