Salvini, mission peace and love con imprevisto
- di: Barbara Leone
Fa quasi tenerezza Capitan Felpa. Capo chino, sguardo nel vuoto, mani in tasca e orecchie basse. Nessun meme su Salvini potrà mai divertire più della scena vista a Przemysl. Preso a sberle, metaforicamente parlando, da uno dei suoi. Perché Wojciech Bakun, il sindaco polacco che si è rifiutato di ricevere il leader del Carroccio, è nientepopodimenoché un esponente dell’area della destra radicale polacca. Un derby tra sovranisti, insomma, finito 1 a 0 per il polacco. La figuraccia di Salvini è stata epocale: con la sua proverbiale prosopopea e armato di felpe rigorosamente mimetiche, occhiali neri alla James Bond e giubbetti antiscemenze, il Matteone nazionale ha annunciato con voce tremula e commossa la sua partenza per il fronte di guerra perché – ha detto – per me fare politica è aiutare le persone. Mission peace and love: tour umanitario, aiutiamo i profughi, ora et labora… L’ha detto, ha detto anche questo.
Ridicolaggini a parte, che oramai fan parte del personaggio e gli vogliamo bene anche per questo, tanto di cappello per cotanta generosità. Certo, da uno che negli ultimi anni se n’è uscito con frasi del tipo: Putin stimato e stimabile, vorrei Putin come alleato, cretino chi fa la guerra a Putin, cambio due Mattarella con mezzo Putin e fesserie del genere a gogò, non te l’aspetti proprio. E fa pure un certo effetto vederlo in questo new look da crocerossino. Ma, come disse il poeta, solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione. E non è il caso di Salvini, per carità. Del resto non è mica uno che cambia facilmente idea, no? Ergo, la sua motivazione è fortissima e nobilissima. Però non tutti hanno la memoria dei pesci rossi.
Bakun prima ringrazia l’Italia, e poi gli sbatte in faccia la famosa maglietta col faccione di Putin
E così, come nel Monopoli, arriva l’imprevisto. Succede che un sindaco sconosciuto di una cittadina sconosciuta a pochi chilometri dal confine ucraino gli (e ci) rinfresca la memoria. Quando il ragazzo, che proprio non resiste al fascino delle telecamere, indice una conferenza per lodarsi e sbrodolarsi in mondovisione questo simpaticone di sindaco polacco che fa? Prima ringrazia l’Italia, e poi gli sbatte in faccia la famosa maglietta col faccione di Putin. La stessa che il segretario della Lega aveva sfoggiato in varie occasioni: dalla foto ricordo col Cremlino alle spalle, alla balconata del Parlamento europeo durante l’intervento del Presidente Mattarella. E gliela sbatte in faccia in favor di telecamere e dicendogli a muso duro: nessun rispetto per te.
Il video, ovviamente, ha fatto il giro del web diventando immediatamente virale. Perché chi di telecamera ferisce di telecamera perisce. E questa volta a perire è stato il povero Felpapig. Che c’ha pure provato a giustificarsi balbettando qualcosa in un inglese molto maccheronico, ma alla fine se n’è dovuto andare con la coda fra le gambe e le orecchie a cocker. Che tenerezza! Qualcuno ha parlato di imboscata mediatica, qualcun altro di ingenuità, e qualcun altro ancora (come per esempio l’altro Matteo, ben più astuto ed abile) l’ha amorevolmente rimbrottato col ditino puntato sotuttoio: te l’avevo detto di restartene a casa. Ironia della sorte, a svergognarlo pubblicamente è stato un euroscettico, populista e sovranista. Esattamente come lui. Il nostro eroe, dunque, non se la può nemmeno prendere coi radical chic, con quelli de sinistra, coi centri sociali e tutto il solito rosario che propina ai suoi followers. Capita, quando si vuol sostenere tutto ed il contrario di tutto. La prossima volta Mattè senti a me: vattene alle Maldive come la Hunzinker e battiti il petto per la guerra in bermuda e mojto. L’elmetto non fa per te.