Ray Dalio, Bridgewater scommette contro le aziende europee e il peggio verrà dal 2024

- di: Barbara Bizzarri
 
Soffiano venti di tempesta sull’Europa e non si tratta della solita sparata da “complottisti” e neanche di una nuova serie tv: l’allarme arriva addirittura da Ray Dalio, uno dei più grandi investitori di sempre e fondatore di Bridgewater Associates, che nei giorni scorsi ha investito oltre sei miliardi di dollari americani in scommesse contro i maggiori azionisti europei. Breakout Point ha reso noto che “per quanto riguarda l'entità delle vendite allo scoperto, non ricordiamo nessun altro gestore che si sia avvicinato a questa cifra, ad eccezione dello stesso Bridgewater”, e ha aggiunto che l'hedge fund più ricco del mondo, con oltre 151 miliardi di dollari di asset al suo attivo, ha effettuato scommesse simili nel primo trimestre del 2018 e nel 2020: il fondo ha puntato contro ventuno società europee in settori che vanno dalla finanza all'energia, segnale di un certo pessimismo nei confronti delle aziende del vecchio continente. Tra le posizioni corte più consistenti figurano quelle relative al fornitore di semiconduttori Asml Holding (1 miliardo di dollari), alla società energetica Total Energies (705 milioni di dollari) e al gruppo farmaceutico Sanofi (664 milioni di dollari). Nell’elenco delle posizioni corte figurano Banca Santander, Bnp Paribas, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria e Intesa Sanpaolo, così come le compagnie assicurative Allianz, Ing Group e Axa. Cifre rese pubbliche perché secondo la legge europea i fondi devono rivelare le scommesse che superano lo 0,5 di interesse a breve, il che significa che potrebbero essere addirittura più alte.

Ma c’è di più: nel suo libro, Principles for Dealing with the New World Order, pubblicato negli Stati Uniti l’anno scorso e di prossima uscita in Italia, Dalio aveva preconizzato l’entrata in guerra degli Usa entro cinque anni:” la confluenza dell'aumento del debito e delle disparità di reddito degli Stati Uniti, insieme alla diminuita influenza dell'America, ha messo il Paese a rischio non solo di difficoltà economiche ma di guerra. In particolare, il crescente debito e i tassi di interesse vicini allo zero che hanno portato a una massiccia stampa di denaro (16 trilioni di dollari di debito a tassi di interesse negativi quest'anno), all'aumento del conflitto e della polarizzazione a causa dell'allargamento dei divari di ricchezza e della maggiore capacità della Cina di sfidare l'egemonia degli Stati Uniti sulla scena mondiale. Ci sono il 30% di probabilità che gli Stati Uniti entrino in un grande conflitto entro i prossimi cinque anni” e indica i prossimi come i peggiori: “nel 2024 o nel 2025 andrà anche peggio, dopo le prossime elezioni negli Stati Uniti. Le Banche centrali cercano di calmare l'inflazione sottraendo denaro e credito alla gente per ridurre il potere d'acquisto ma, a sua volta, ciò indebolisce l'economia”. Mentre altri Paesi affrontano sfide simili, l'America sembra particolarmente vulnerabile. "È molto importante sapere che possiamo avere un tipo di guerra civile o una guerra internazionale in base a come ci stiamo comportando l'uno con l'altro e alle nostre condizioni finanziarie". Un consiglio sulla copertura più sicura contro ciò che sta arrivando? "Non contanti!", afferma il milionario.  All'inizio del 2020, Dalio ha suscitato scalpore a Davos dicendo che il denaro è spazzatura, mentre le persone si stavano ritirando dai mercati per le preoccupazioni che includevano un nuovo coronavirus. L'argomento di Dalio allora come oggi era quello di diversificare tra diverse classi di attività, valute e mercati. Scommettere in grande su una o due cose è raramente una strategia vincente.

A suo avviso, molti investitori soppesano le attività statunitensi a scapito di alternative interessanti. "Se dovessi dare un consiglio in poche parole, sceglierei Paesi dove investire che stanno guadagnando più di quanto stanno spendendo, in modo da avere un buon conto economico e un buon bilancio". Un altro fattore di rischio, infatti, potrebbe essere il luogo fisico in cui si vive. Il libro contiene una sorta di indice di salute che valuta circa una dozzina di nazioni su diciotto fattori quali gli oneri del debito, la forza militare e la produzione economica, una risorsa per i lettori per valutare i rischi e formare strategie su dove vivere e investire. Trasferirsi è, ovviamente, spesso una seccatura, ma Dalio scrive che vale la pena considerarlo in circostanze finanziariamente preoccupanti. "La flessibilità è la chiave", suggerisce. Allo stesso modo, consiglia di misurare i rischi finanziari in termini corretti per l'inflazione. Se il denaro è in un conto di risparmio, ad esempio, probabilmente sta maturando valore a un tasso diverso rispetto ad investimenti, poiché viene tassato dall'inflazione. "Il contante non è un investimento sicuro", afferma, consigliando invece di costruire un portafoglio il più diversificato possibile, dalle obbligazioni dell'indice di inflazione, che Dalio ha raccomandato al di sopra delle normali obbligazioni, alle attività fisiche come l'oro. Dalio ha anche dichiarato a CoinDesk di possedere personalmente una piccola quantità di bitcoin, nonostante anni di critiche alle criptovalute, per una scommessa di copertura, fatta esclusivamente a scopo di diversificazione. Nel libro si prevede anche la fine dell’egemonia americana a favore di un asse spostato decisamente a Oriente:” Si stanno creando enormi quantità di debito e la sua monetizzazione, con effetti sull'inflazione. Poi, si devono considerare i conflitti interni in corso, il populismo di sinistra e il populismo di destra a causa dei maggiori divari di ricchezza e di valori e un grande conflitto di potere, l'ascesa di una grande potenza, la Cina, e il relativo declino degli Stati Uniti. Il conflitto tra diverse forze che stiamo vedendo è riflesso anche nel conflitto Russia-Ucraina-Nato. C'è il rischio di un'escalation militare, nucleare o in altri modi. Lo scopriremo nei prossimi mesi, come il reale potere delle sanzioni. Avranno davvero l’effetto voluto, e in che modo ciò influenzerà il comportamento di altri Paesi? Infine, si potrà vedere la pressione che gli Stati Uniti esercitano su altri Paesi per scegliere da che parte stare, e tutto ciò sarà sempre più evidente. Speriamo che ci possa essere una sorta di accordo, ma è molto difficile e questo potrebbe portare a un conflitto peggiore, innanzitutto economico. In tutto ciò, si deve prestare attenzione al cambiamento climatico: c’è pochissimo tempo e sarà costoso, perché le tecnologie che hanno creato sostituzioni convenienti non sono ancora state sviluppate in modo adeguato. Se fossi leader di un Paese, vorrei avere un gabinetto bipartisan per cercare di lavorare insieme e non sostenere l'estremismo. Probabilmente istituirei un programma economico, per creare un cambiamento dirompente in modo che il sistema sia vantaggioso per la maggior parte delle persone”.
 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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