Quotate in Borsa: una su quattro valuta l’opzione Benefit o B Corp

- di: Barbara Leone
 
Le quotate italiane sono sempre più sostenibili e interessate, quindi, a certificare il loro impegno in ambito Esg. È quanto emerge da “Le Società Benefit come possibile modello di sviluppo anche per le società quotate”, l’indagine presentata nel corso di un evento organizzato da Deloitte. Lo studio è stato condotto dall’Esg European Institute, che indaga l’orientamento rispetto al modello Società Benefit da parte delle società quotate e degli altri soggetti rilevanti del mercato, come ad esempio gli investitori istituzionali, i proxy advisors, le associazioni di categoria, le banche d’affari e le società di consulenza strategica. Dall’analisi, realizzata attraverso un questionario sottoposto a un campione rappresentativo di aziende quotate e a una serie di interviste svolte con i principali player di mercato, emerge che oltre l’80% delle società ha interesse a essere sostenibile da un punto di vista economico, sociale ed ambientale e a darne visibilità. Inoltre, più di un quarto di queste sta valutando la possibilità di assumere lo status di Società Benefit, o di acquisire la certificazione B Corp.

Le quotate che, invece, non mostrano interesse in questo senso temono l’insorgenza del diritto di recesso in seguito alla modifica dell’oggetto sociale, l’assenza di benefici o agevolazioni a fronte dell’onerosità delle strutture interne di monitoraggio della finalità Benefit. Ma anche le incertezze collegate a una normativa poco chiara. Rispetto alle Società B Corp, preoccupa particolarmente l’obbligo di diventare Società Benefit in seguito all’acquisizione della certificazione e si considera l’assessment complesso e oneroso.

Gli altri soggetti rilevanti del mercato si dividono in tre orientamenti: il primo, maggioritario, vede con favore l’eventuale acquisizione dello status Benefit da parte delle grandi società quotate, anche in virtù di un effetto traino esercitabile sulle Pmi; il secondo esprime una posizione neutrale, in attesa delle nuove indicazioni comunitarie contenute nella Corporate Sustainability Reporting Directive; il terzo, minoritario, è invece sfavorevole, ritenendo già presenti strumenti adeguati a dimostrare l’impegno di un’azienda in termini di sostenibilità. “La normativa italiana che ha introdotto le Società Benefit nel nostro ordinamento - ha dichiarato Barbara Pontecorvo, Head of Deloitte Legal Società Benefit Task Force -rappresenta una straordinaria opportunità per le aziende italiane di coniugare in modo virtuoso il proprio scopo di lucro con un beneficio in favore del territorio, delle persone e dell’ambiente in cui operano”. Un’opportunità che, ha sottolineato Franco Amelio Deloitte Leader Sustainability, “è stata colta da Deloitte Italia, la prima delle Big Four che ha trasformato le proprie società in Società Benefit, segnando la strada ad altri grandi gruppi che vorranno seguirne l’esempio” aggiunge Franco Amelio, Deloitte Leader Sustainability”.   “La qualifica di Società Benefit arricchisce il nostro essere mutua che è il nostro purpose - ha aggiunto Virginia Antonini, Direttore della Sostenibilità e della Comunicazione Istituzionale di Reale Group -. La capacità di generare impatti intenzionali positivi è condicio sine qua non della perennità delle aziende sul mercato, siano esse piccole, grandi o medie, quotate o non”. E infatti, come ha osservato Afsoon Neginy, Coo Business and Sustainability Director di AGF88 Holding, “sempre più società hanno interesse ad approcciare un percorso sostenibile, AGF88 Holding è tra queste. Nello scorso 2021 - ha aggiunto - siamo infatti diventati Società Benefit, epilogo di un percorso già tracciato nel dna dell’azienda da anni. Oggi Il mercato è senz’altro pronto ad accogliere le iniziative Esg, la vera sfida quindi è riuscire a mettere in pratica concretamente  in azienda il nuovo modo di lavorare e cambiare la cultura aziendale  in tutti i suoi reparti”. Trasversalmente si rileva un orientamento favorevole nel caso di società di piccole e medie dimensioni e la convinzione che la forma Benefit, indipendentemente dalle dimensioni e quotazioni della società, non comporti di per sé il rischio di dividend policy meno appetibili né di risultati meno performanti.

Ma cosa sono le Società Benefit?

Introdotte nel nostro ordinamento dalla Legge di Stabilità del 2016, le Società Benefit sono caratterizzate da un’attività economica che, oltre agli utili, persegue una o più finalità di beneficio comune. E quindi, come sottolineato dalla suddetta normativa, “operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interessi”. Seppur disciplinate a norma di legge, esse tuttavia non rappresentano una nuova forma giuridica di società dal momento che ogni società può assumerne lo status. Il modello di Società Benefit si qualifica quindi come un quid pluris delle forme societarie già esistenti. In altri termini, la disciplina delle Società Benefit non introduce deroghe alle previsioni codicistiche applicabili alle società ordinarie, ma si colloca all’interno del quadro normativo esistente imponendo il rispetto di alcuni requisiti aggiuntivi. Ovviamente le Società Benefit devono sottoporsi ad una valutazione quantitativa e qualitativa dell’impatto sociale generato, ossia delle proprie performance sociali e ambientali, utilizzando uno standard di valutazione esterno che rispetti i requisiti indicati dalla Legge di Stabilità 2016. In particolare, le aree in cui le Società Benefit vengono valutate per la generazione del loro impatto sono: governo d’impresa, lavoratori, ambiente e altri portatori di interesse. Inoltre, alle Società Benefit si applicano sia la disciplina sulla pubblicità ingannevole, sia le disposizioni del Codice del Consumo, con particolare riguardo alle norme in materia di pratiche commerciali scorrette. Sebbene il tema della sostenibilità sia sempre più oggetto di dibattito e di proposte legislative a livello nazionale e comunitario, tra le Società Benefit e B Corp (facenti capo al movimento Benefit Corporation promosso dall’organizzazione no-profit B-Lab nata negli Stati Uniti nel 2006) si riscontra una quasi totale assenza di società quotate in mercati regolamentati.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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