Modena, non è qui la festa

- di: Barbara Leone
 
E’ qui la festa? No. A Modena no. Si cambia musica. E così il pugno duro sul rave party, perfettamente in linea con quella discontinuità promessa su più fronti dal governo di centrodestra, alla fine ha avuto la meglio. Del resto il Ministro Piantedosi non ha sentito ragioni: questo rave non s’ha da fare. E così è stato. Ieri infatti, in tarda mattinata, il capannone in disuso ove si erano riuniti (clandestinamente) più di tremila ragazzi per (s)ballare a suon di musica (oddio, mo’ musica è un parolone) a palla si è pian piano svuotato. Pacificamente, perché a quanto pare non c’è stata contestazione alcuna né contro le Forze dell’Ordine. Una buona notizia, se non fosse che il trucco, chiamiamolo così, sotto sotto c’è. Dal momento che per farli sloggiare i poliziotti se ne sono usciti che no, “non siamo qui per voi ma per l’edificio sotto sequestro pericolante”.

Rave party Modena, sgomberato il capannone


Al che nessuno ha detto né a né b. Chiamasi strategia dialogante, o più terra terra un banalissimo espediente per non buttarla in caciara. Una tattica non proprio lineare, ma evidentemente vincente. Tanto che tra un funzionario di polizia ed i ragazzi a un certo punto si è quasi instaurato un rapporto se non amicale, comunque di fiducia. “Ma ci sei mai stato ad un rave?”, gli chiede un ragazzo. “Sì, da giovane ma non bevevo”, risponde lui. Insomma, una roba alla Beautiful. A dimostrazione del fatto che col dialogo e l’arte della persuasione si può ottenere l’impossibile. Resta però un mistero il senso di questi eventi, che tutto sono fuorchè divertimento. Visto che la cosiddetta festa si riduce a una sonora ubriacata, con annessi e connessi. Il tutto sormontato da rumori sparati a decibel così alti da far secco un elefante. E fiumi di droghe d’ogni genere. Proprio non lo capiamo che divertimento c’è. Nulla di male? Se così fosse basterebbe che invece di farlo clandestinamente chiedessero, logicamente pagando, tutte le autorizzazioni. 

Cdm vara stretta sui rave: nuovo reato e carcere fino a sei anni

Che chiaramente non possono arrivare, vivaddio, per un raduno non esattamente da boy scout. Forse proprio per questo il governo ha deciso di varare una stretta contro chi organizza e partecipa ai rave party. Stretta arrivata proprio ieri col primo Consiglio dei Ministri e che prevede la reclusione da 3 a 6 anni, multe da 1.000 a 10.000 euro e di procedere d’ufficio “se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica”. In caso di condanna, poi, “è sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione”. Festa finita? No, se non diventa follia collettiva. Seul tristemente docet. 
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