Mascherina si, mascherina no. Confcommercio tentenna

- di: Barbara Leone
 
Pensavamo che fosse finita, e invece no. Le polemiche e divisioni sull’uso della mascherina tengono ancora banco. Del resto basta girare per le strade o entrare in un locale commerciale qualunque per rendersi conto che gli italiani hanno le idee ancora alquanto confuse. Se da ieri l’obbligo resta esteso (fino al 15 giugno) solo a cinema, teatri e trasporti pubblici, di fatto come ti giri ti giri a smascherarsi sono ancora in pochi. Anche perché, a domanda diretta, i titolari degli esercizi commerciali ti rispondono che è altamente raccomandata. Di fronte a una risposta così, che fai non te la metti? Pare proprio brutto, no? Magari è solo il ritegno dei primi giorni, un po’ come quando hai portato il gesso per tre mesi e ti sembra strano di camminare libero e senza stampelle. Ci si sente disorientati, è normale. Un po’ meno normale, però, è la predominante antinomia di opinioni al riguardo da parte di chi dovrebbe sgarbugliar la questione. 

Prendiamo Confcommercio, che nelle sue molteplici declinazioni dice tutto e il contrario di tutto. E così da una parte troviamo la presidente di Fida-Confcommercio Donatella Prampolini che dice: “La nostra Federazione, che rappresenta gli operatori che sono stati in prima linea per tutto il durare della pandemia, e che quotidianamente accolgono nei negozi e nei supermercati centinaia di clienti, ritiene indispensabile il mantenimento dell’uso della mascherina per i lavoratori, perlomeno fino al 15 giugno. Infatti sono ancora tantissimi i casi di positività che riscontriamo tra i nostri collaboratori e l'applicazione dei protocolli, che dovranno essere semplificati, ma certamente non aboliti, è un punto fondamentale nella tutela della salute di tutti”. Ok, ci sta, ha ragione. Poi però ti imbatti in Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe-Confcommercio, che di contro lancia però un appello a “non fare il percorso a metà. Come Federazione auspichiamo che anche i protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro si adeguino con coerenza alle nuove disposizioni di legge eliminando l’obbligo per i dipendenti di indossare la mascherina. Saranno le imprese a valutare quale sia la scelta migliore da fare in relazione all’evoluzione del quadro dei contagi e all'organizzazione dell’attività”. E c’ha ragione pure lui! E poi c’è chi sta un po’ di qua e un po’ di là, come il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio Renato Borghi che dice: “Pur continuando a prestare la dovuta attenzione, accogliamo con favore l’ordinanza del Ministro della Salute che fa cadere l’obbligo di indossare la mascherina per i clienti dei nostri negozi.

Finalmente una buona notizia che fa tornare il sorriso ai negozi di moda. Scoprire il volto significa anche rendere visibili le emozioni ed eliminare anche alcune barriere nella comunicazione, oltre a facilitare il processo di acquisto”. Ora è vero che in medio stat virtus, ma una posizione la si deve pur prendere. Possibilmente univoca, chiara e coerente. Perché sennò diventa veramente il far west. Così ci ingarbugliano le idee ancora di più, sembrano quei genitori che “mamma posso uscire stasera?” e il padre dice sì mentre la madre dice no. Alla fine, ovviamente, uno fa come gli pare. Senza manco sapere il perché. L’unica certezza, almeno una c’è, è che sul tema mascherina, la confusione regna sovrana. Chissà per quanto ancora. Ai posteri l’ardua sentenza.
 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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