Luglio 2022 – Perché scendono le immatricolazioni di auto elettriche?

- di: MOTUS-E
 
A luglio 2022, i veicoli completamente elettrici BEV, così come i veicoli PHEV perdono importanti quote di mercato in termini di immatricolazioni, attestandosi rispettivamente al 3,3% e al 4,6% (lo scorso anno erano 4,6% e 5,7%).
Le immatricolazioni di veicoli elettrici sono quindi basse, in un quadro complessivo di totale immatricolato pari a 109.993 auto, che si attesta per la prima volta nel 2022 in linea con lo stesso mese del 2021. Perché non succede anche con le auto elettriche? Probabilmente perché luglio 2022 è il primo mese in cui non assistiamo alle immatricolazioni dovute alle consegne delle BEV incentivate con ecobonus 2021 (che andavano immatricolate entro il 30 giugno 2022); a questo si aggiunge l’effetto della mancanza di prodotto, che è drammaticamente legata alla crisi di materie prime. Nei Paesi in cui le consegne erano già pianificate da tempo, pur avendo poca offerta, l’elettrico cresce: alla fine del primo semestre, nei sette Paesi europei di cui teniamo traccia, l’unico in cui la quota di mercato dei veicoli elettrici puri non cresce è l’Italia, in tutti gli altri la market share sale anche in maniera significativa (Germania: market share al 13,53%, dal 10,71% del 2021). Inoltre, la struttura attuale degli incentivi è sicuramente inadeguata. Considerando la limitazione al canale privato imposta alle categorie 0-20 e 21-60 gCO2/km, e gli attuali limiti di prezzo, di fatto, stiamo perdendo almeno un 70% della domanda ipotetica di questi veicoli. La preoccupazione che gli incentivi finissero in un tempo troppo limitato ha portato i decisori ad introdurre dei vincoli eccessivi, che stanno invece frenando il mercato delle auto elettriche.

C’è chi dice, anche fra rappresentanti dei costruttori, che la colpa è di una rete di ricarica pubblica inadeguata che non invoglia gli utenti ad acquistare i veicoli elettrici. Ebbene i numeri del confronto Europeo in realtà smentiscono questa lettura: l’Italia ha più punti di ricarica per veicolo circolante elettrico del Regno Unito, della Francia, della Germania e della Norvegia, ha un livello di potenza media degli stessi più alto della media Europea e di Germania, Francia, Svezia e Spagna. Anche in termini di punti di ricarica pubblici per 100.000 abitanti, quindi senza considerare la penetrazione di mercato dei veicoli elettrici, l’Italia è avanti rispetto alla Francia che conta nel 2022 una quota di mercato di auto BEV oltre il 12% (rispettivamente 49 e 44 punti di ricarica ogni 100.000 abitanti).

É evidente quindi che continuare a dare la responsabilità alle infrastrutture di ricarica di una crescita di veicoli elettrici più lenta nel nostro Paese rispetto ad altri Paesi europei non è sano. C’è da crescere sul numero di infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico, con più di 40.000 punti di ricarica ad alta potenza da installare con fondi PNRR entro il 2026 e accelerando sui bandi per la ricarica lungo le autostrade, c’è da semplificare l’installazione di punti di ricarica privati e c’è da crescere con il numero di veicoli elettrici (anche per poter far stare in piedi il business delle ricariche, visto che non le installa lo Stato gratis ma società private che investono fondi propri).
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