Lavoro. Sbarra (CISL): “Dati Istat del terzo trimestre 2021. È l’ora delle politiche attive”

 
“I dati Istat del terzo trimestre 2021 confermano l’andamento positivo dell’occupazione, particolarmente tra i giovani, ma continuano anche a mostrare che una parte consistente di tale crescita è costituita da contratti a termine e part-time”. Lo dichiara in una nota il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.

“E soprattutto- sottolinea Sbarra- per il decimo trimestre consecutivo, registrano il calo dei lavoratori autonomi che si attestano come fascia debole del lavoro post-covid, la cui fragilità strutturale, emersa già negli anni scorsi, è stata particolarmente enfatizzata dall’emergenza degli ultimi due anni. Colpisce, infine, la crescita dei posti vacanti, al livello più alto dal 2016, segno di un mercato del lavoro che si va dinamizzando, ma anche indicatore delle grandi difficoltà di incontro tra domanda e offerta di lavoro in questo paese, dove manca un reale collegamento tra sistema di istruzione e formazione e mondo del lavoro e dove le politiche attive del lavoro non sono ancora decollate.

Ora che il Ministero del lavoro ha varato sia il decreto che regolamenta il nuovo programma GOL sia, proprio nei giorni scorsi, il decreto sul piano nuove competenze, che sono i due pilastri del PNRR in tema di politiche del lavoro, resta da completare il piano di rafforzamento dei centri per l’Impiego, che ha scontato gravi rallentamenti ma che  in diverse Regioni vede i concorsi ormai espletati. Si intravede finalmente quella infrastrutturazione per le politiche  attive che andrà ad affiancare la riforma degli ammortizzatori sociali oramai in dirittura di arrivo.

Si tratta di riforme che la Cisl chiede da anni e all’attuazione delle quali ora serve dare velocità e concretezza, continuando sulla strada del confronto con le parti sociali”.

“La debolezza della ripresa occupazionale e la precarietà del lavoro- conclude Sbarra- si contrastano soprattutto con riforme come queste, che rappresentano un reale sostegno alla capacità produttiva del paese e all’occupazione stabile e di qualità, sia per i dipendenti che per gli autonomi, di fronte alle difficili transizioni di questa fase, dando un importante contributo alla tenuta sia sociale che economica del Paese”.
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