La solitudine del capotreno e la magia delle 48 ore

- di: Andrea Colucci
 
Come nella migliore tradizione delle vacanze al primo ponte lungo l’Italia si spezza in due con migliaia di viaggiatori bloccati.

E fin qui che c’è di strano? Ho detto appunto come nelle migliori tradizioni.
 
Solo che questa volta vorrei spezzare una lancia a favore delle Ferrovie dello Stato. Non tanto per la capacità di reazione a disastri di questo genere, che ben conosciamo seppur con limiti fisiologici. Difficile far passare treni ad alta velocità su tratte a bassa.

No, la lancia la vorrei spezzare perché ancora oggi, dopo anni di “…nella migliore tradizione delle vacanze” il Paese davanti a incidenti del genere fa fatica a fare sistema. Intendo dire che quella che è accaduta venerdì scorso è una vicenda da “Protezione Civile” al pari di un evento o catastrofe naturale. Ditemi voi se non è un evento catastrofico tenere bloccati per giorni migliaia di passeggeri, molti dei quali stranieri.

In casi come questi ci si dovrebbe muovere con coordinamento militare accelerando i tempi di tutte le operazioni come se fosse una azione di guerra a salvaguardia del Paese: e perdonatemi l’ardimentosa metafora in questo momento in cui la guerra non bisognerebbe neanche nominarla. Magicamente dovrebbe accadere tutto in 48 ore in cui ogni attore dovrebbe fare al meglio la sua parte, senza lasciare l’intero onere della soluzione alle Ferrovie. 

Quarantotto ore appunto, in cui chi fa le indagini, così come chi ha l’incombenza delle perizie tecniche, ma anche chi può e deve preoccuparsi della gestione ed accoglimento di viaggiatori, in questo caso paragonabili a sfollati. 
 
Il Paese che mi piacerebbe, dunque, è quello dove “…come nella migliore tradizione” e aggiungo italiana: tutto magicamente (ma la magia non c’entra) si risolve in 48 ore. 

Secondo me ce la possiamo fare!!

 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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